BENESSERE E SALUTE
Dossier sole: le alterne vicende della “tintarella”
Avere una pelle abbronzata oggi costituisce un mito, ma non sempre è stato così. Fino all’inizio del secolo scorso avere la pelle “colorata” dal sole era un tratto caratteristico delle classi sociali più umili e disagiate, di coloro che per vivere dovevano lavorare spesso all’aria aperta: contadini, braccianti, operai, pescatori. Mentre gli aristocratici si distinguevano per il loro pallore, in special modo le nobildonne che dotate di ombrellini e accessori vari fuggivano il sole come la peste. Ma poiché ogni tanto la giustizia si interessa anche di questo mondo: gli ultimi divennero i primi. Così dopo la prima guerra mondiale ci fu un’inversione di tendenza ed ora erano le “signore” ad invidiare le loro domestiche perché “la tintarella” stava diventando una sofisticata moda. La società modificò le proprie abitudini. Non si andava più al mare solo per curarsi ma anche e soprattutto per prendere il sole. Inevitabilmente anche il costume da bagno (così chiamato perché aveva l’unico scopo di dover coprire il corpo durante la terapeutica immersione in acqua) si trasformò. I costumi che a fine ‘800 coprivano tutto il corpo, composti da diversi strati di gonne lunghe fino ai piedi divennero negli anni ’20 tuniche in maglia da indossare su pantaloncini al ginocchio aderenti che, insieme alle ampie scollature sulla schiena, permettevano al corpo di abbronzarsi. Le cronache del tempo narrano che fra le prime entusiaste sostenitrici della “nuova moda”, vi fosse la parigina Coco Chanel, habitué delle località balneari della Costa Azzurra, che contribuì con la sua creatività a fare del costume da bagno un indumento molto curato e bello da indossare in special modo dalle donne. Negli anni ’40 l’abbronzatura diventò il simbolo di identificazione sociale ed il cinema iniziò a dettare la moda al suo pubblico. I costumi più in voga erano come quelli che indossavano le dive. Il due pezzi in maglia nera indossato da Greta Garbo in “Non tradirmi con me” è rimasto nella storia. Verso la fine degli anni ’70 l’abbronzatura integrale divenne il desiderio di molte donne (gli uomini erano passati al monochini da un pezzo) ed il topless ebbe il suo momento d’oro. Oggi grazie alle lampade abbronzanti non è più necessario “scoprirsi” in spiaggia difatti la tintarella ha ormai selvaggiamente condizionato anche la moda invernale. Intanto per l’estate il bikini è tornato di nuovo ad essere il protagonista. Fino a quando le usanze non si stravolgeranno ancora (il fenomeno abbronzatura è ormai così saturo che non dovrebbe mancar molto) e gli stilisti più coraggiosi torneranno ad ispirarsi ai costumi di ottocentesca memoria per permettere alla donna del futuro di mantenere il suo incarnato rigorosamente cereo.
Nicoletta Amadio
Benessere e Salute, 2003-07-07