BENESSERE E SALUTE
Dossier sole: fototipi e filtri solari

La facilità di procurarsi una bella abbronzatura o, al contrario, la predisposizione di certi soggetti agli eritemi e alle scottature dipendono esclusivamente dalla tipologia cutanea ovvero dal fototipo cioè la classificazione di ogni individuo in base alla pigmentazione e alla fotosensibilità dello stesso alle radiazioni solari ovvero dalla quantità e dalla qualità di melanina che la cute è in grado di produrre quale scudo contro le radiazioni solari. Normalmente vengono individuati 6 fototipi:

- Fototipo 1: capelli rossi, occhi chiari, lentiggini, carnagione chiara, di aspetto lattiginoso. E’ difficile all’abbronzatura, si scotta con facilità e necessita di una protezione alta o altissima (indice di protezione 40, in alcuni casi anche 50, per il primo periodo, poi si può scendere a 30).
- Fototipo 2: capelli biondi, occhi chiari, carnagione chiara. Si abbronza con difficoltà e spesso è soggetto a scottature. Necessita di protezione alta (indice di protezione 40 all’inizio, poi si può scendere a 30).
- Fototipo 3: capelli biondi o castani, occhi marroni o chiari, carnagione chiara o moderatamente scura. Si abbronza in modo graduale e può scottarsi. Necessita di protezione media (indice di protezione 20/30 per iniziare, poi si può scendere a 15).
- Fototipo 4: capelli castano scuri, occhi scuri, carnagione piuttosto scura. Si scotta raramente e si abbronza con facilità. Necessita di protezione media (idem fototipo 3) .
- Fototipo 5: capelli bruni, occhi scuri, carnagione scura olivastra. Si scotta molto raramente e si abbronza in tempi brevi in modo intenso. Necessita di protezione mediobassa (indice di protezione 12 che può eliminare una volta raggiunto lo stadio massimo di abbronzatura).
- Fototipo 6: capelli neri, occhi neri, carnagione nera. Non si scotta mai. Si tratta della razza nera. Sono detti soggetti non fotosensibili. Non necessitano di protezione.

La maggior parte di noi italiani rientra nei fototipi 3 e 4. Come abbiamo visto, l’utilizzo di prodotti con filtri solari è consigliato per tutti i fototipi esclusa la razza nera. Analizzandoli nello specifico, i prodotti solari che hanno proprietà schermanti dai raggi ultravioletti sono costituiti sia da filtri che da schermi solari. I filtri sono sostanze chimiche organiche capaci di assorbire l’energia di una certa frazione di radiazioni ultraviolette. Certi filtri assorbono specificatamente gli UVB (cinnamati, benzimidazoli, octocrilene ecc.), altri gli UVA (derivatti del dibenzoilmetano ecc.) e altri ancora, a largo spettro, assorbono una vasta gamma di ultravioletti. Possono in alcuni casi provocare allergie ed allora è meglio che i soggetti con questo tipo di problemi utilizzino schermi solari che sono pigmenti minerali e vengono tollerati meglio. Sono costituiti da ossidi di titanio, di ferro o di zinco che assorbono, riflettono e disperdono gli ultravioletti, ed alcuni di loro anche i raggi visibili e gli infrarossi. Spesso i prodotti finiti contengono associazioni di vari filtri o schermi ed hanno nelle loro confezioni l’indicazione del coefficiente di protezione in genere indicato con la sigla Spf (Sunburn protection factor) riconosciuta a livello internazionale e seguita da un numero. Il coefficiente di protezione è la misurazione quantitativa dell’efficacia antisolare che un determinato prodotto svolge quando è applicato sulla pelle e si riferisce in genere agli UVB. Se ad esempio una tipologia di pelle riesce a stare al sole 8 minuti senza scottarsi, utilizzando un fattore di protezione 15 può esporsi per un tempo pari a 8 x 15, cioè 120 minuti, prima di avere una reazione eritematosa. Per l’indice di protezione dagli UVA si fa riferimento al metodo di misurazione Ppd (Persistent pigment darkening), non ancora riconosciuto internazionalmente. Il Ppd non si riferisce all’eritema, ma al grado di pigmentazione provocata dalla trasformazione della melanina già presente nella pelle.
Un prodotto solare molto in voga negli ultimi anni è l’autoabbronzante. E’ a base di diidrossiacetone, una sostanza chimica che reagisce con le proteine della pelle facendole scurire e simulando la tintarella. Non si tratta di una vera abbronzatura (non c’e nessun effetto sulla melanina) e non costituisce una vera protezione però vista la gradevole colorazione che dà potrebbe servire ad evitare le esposizioni selvagge dei primi giorni di vacanza.
Sebbene i prodotti solari prevengano le scottature ed alcune forme di tumori cutanei (sul fatto che prevengano il melanoma ci sono ancora seri dubbi), il loro utilizzo non deve indurre i bagnanti a stare troppo tempo sotto il sole. Ricordarsi sempre, è il monito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di non concentrare solo sulle creme solari la protezione della pelle e la prevenzione del cancro della pelle, ma che è necessario limitare l’esposizione diretta al sole (consigliato il primo mattino e il tardo pomeriggio), ricorrere nel tempo che si rimane all’aperto ad abiti che coprano, se necessario, tutto il corpo, a cappelli che facciano ombra alla testa e al volto, cercare l’ombra quando possibile ed evitare di fare attività all’aperto quando il sole è a picco.
Per finire un occhio particolare va rivolto ai bambini e ai giovani che in genere curano poco la prevenzione nei confronti dei raggi solari. I medici spiegano che nei primi 30 anni di vita si assorbe circa il 90% dell’irradiazione solare di tutta la vita e recenti studi effettuati in Australia hanno dimostrato che gli esiti di scottature avute nell’infanzia evolvono in forma maligna più facilmente rispetto a lesioni solari subite da adulti. I medici raccomandano di tenere i bambini, fino al primo anno di età, al riparo dal sole. Utilizzare sempre creme solari ad alta protezione che andrà applicata spesso, soprattutto se il bambino gioca in acqua o suda molto. Niente sole nelle ore più calde. I bambini con carnagione chiara, occhi chiari e capelli biondi o rossi dovrebbero stare al sole solo se coperti con cappello maglietta e pantaloncini.

Nicoletta Amadio

Benessere e Salute, 2003-07-21