BENESSERE E SALUTE
Cos’è il CNSA?
Alcuni spunti sull’attività del Comitato Nazionale per la Sicurezza
Alimentare
La normativa comunitaria sulla sicurezza alimentare è andata incontro
negli ultimi anni a importanti evoluzioni, a partire dal Libro Bianco e dal
Regolamento 178/2002 fino all’istituzione dell’EFSA, l’Autorità
europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma. Lo scopo principale di
queste normative è stato quello di aumentare la fiducia dei consumatori
negli organi ufficialmente preposti alla tutela della salute pubblica; organi
che in ambito nazionale non sono mai riusciti a centralizzare la propria attività
individuando un punto di riferimento costante, ma che nel tempo hanno visto
l’alternarsi di numerosi enti e istituti pubblici in materia di sicurezza
alimentare (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità…).
Proprio a riguardo il Reg. 178/2002 prevede che l’Autorità europea
per la sicurezza alimentare operi in regime di stretta collaborazione con gli
organi competenti che negli Stati membri svolgono funzioni analoghe alle sue;
perciò auspica la creazione di interfaccia nazionali e mira di fatto
alla piena efficienza del così detto “Sistema di allarme rapido”
attraverso la pronta intercomunicazione in ambito UE nel caso di un rischio
diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi.
La necessità di fornire un referente italiano unico per l’EFSA
ha portato, dopo anni di problemi, all’istituzione del Comitato Nazionale
per la Sicurezza Alimentare (CNSA) presso il Ministero della salute. In coerenza
con i propri compiti istituzionali, il Comitato garantisce l’attività
di coordinamento, di raccolta e di elaborazione dei dati, di organizzazione
dei flussi informativi, di interfaccia e supporto scientifico con l’EFSA
e basa la propria attività su tre pilastri fondamentali.
Il primo è la strategia dei controlli, che va articolata su due livelli:
la responsabilità del produttore mediante le procedure di autocontrollo
e le verifiche da parte del servizio pubblico.
Il secondo è la rintracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera
produttiva e distributiva, quale ulteriore garanzia per i consumatori.
Il terzo è la corretta comunicazione ai cittadini delle problematiche
relative ai rischi connessi con il consumo degli alimenti e delle attività
legislative e di controllo volte a garantire il consumatore stesso.
In merito a quest’ultimo punto, l’attività di comunicazione
deve riguardare esclusivamente la valutazione del rischio alimentare, lasciando
alle singole amministrazioni competenti la responsabilità di comunicare
come il rischio viene gestito.
Il CNSA è operativo dal gennaio 2005 e sta concretizzando in questi mesi
la sua attività di alto profilo scientifico e di coordinamento in ambito
interistituzionale nazionale.
Francesco Serafini
Benessere e salute – sabato 13 agosto 2005, ore 15:32