BENESSERE E SALUTE
Ortosano: la nuova frontiera degli alimenti funzionali
Presentato un progetto che studierà le proprietà antiossidanti
degli ortofrutticoli
Negli ultimi anni i numerosi studi circa gli effetti negativi dei radicali
liberi sull’organismo umano hanno determinato un notevole interesse a
riguardo di quei composti definiti nel loro insieme “antiossidanti”,
ovvero utili a contrastare gli effetti dei radicali liberi stessi, dall’invecchiamento
cellulare a ben più gravi complicazioni di tipo tumorale.
Conseguentemente si è individuata negli ortaggi e nella frutta una fonte
primaria di quelle proprietà in grado di determinare un aumento della
concentrazione di antiossidanti nell’organismo; perciò questi alimenti
sono stati definiti “funzionali”, in grado cioè di fornire,
oltre ai classici apporti nutrizionali (carboidrati, proteine…), sostanze
benefiche per la fisiologia del corpo umano.
In quest’ottica è di grande attualità il progetto “Ortosano
– alimenti funzionali”, presentato dal Centro Studi e Ricerche in
Agricoltura del Comune di Pollenza in collaborazione con la Provincia di Macerata
(Assessorato Agricoltura). Ortosano si propone di individuare le potenzialità
di produrre antiossidanti nei diversi alimenti vegetali comunemente presenti
nella dieta mediterranea, individuando a tal fine alcune specie di ortofrutticoli
(pomodoro, radicchio, aglio, cavolfiore, lattuga, melone, fragola…) testate
in campo utilizzando la tecnica del “metodo di coltivazione naturale”.
Questa prevede due step fondamentali: in primis la rigenerazione dei terreni
mediante l’attivazione microbiologica ed organica delle risorse naturali
presenti nel suolo, tenendo costantemente sotto controllo i parametri di pH,
sostanza organica e disponibilità in Calcio. In secondo luogo l’integrazione
di sostanze organiche e chimiche in funzione delle esigenze fisiologiche della
pianta, che derivano sia dalle analisi fogliari che dal suo comportamento in
funzione dell’andamento stagionale; ciò per garantire che la pianta
sia nelle condizioni ottimali per produrre le proprie sostanza antiossidanti.
Naturalmente la tecnica esclude l’utilizzo di qualsiasi input chimico,
per garantire assenza di residui, controllando che la pianta abbia attive le
proprie difese fitosanitarie e intervenendo, se necessario, solo con insetticidi
naturali.
Uno studio dell’Università di Boston ha definito l’unità
di misura del potere antiossidante dei vegetali, l’ORAC (Oxigen Radical
Absorbance Capacity), in base alla quale gli alimenti sono stati suddivisi in
tre gruppi, secondo il potere antiossidante specifico (spiccano fra tutti i
valori altissimi di mirtilli e cavoli verdi).
Gli obiettivi che il progetto Ortosano si prefigge di realizzare nei prossimi
tre anni sono quindi: verificare la presenza di antiossidanti nelle diverse
specie vegetali, stabilire il metodo analitico di determinazione dell’antiossidante
specifico, mettere a punto la linea tecnica di coltivazione per produrre un
alimento funzionale, testare i prodotti a livello di grande distribuzione e
verificare la risposta del consumo di questi alimenti sulla dieta dell’uomo.
Infine, data la carenza legislativa di settore, contribuire alla creazione di
un disciplinare che determini le regole da applicare agli alimenti funzionali.
Francesco Serafini
Benessere e salute – giovedì 21 luglio 2005, ore 18:52