Educrinology.
Ancona – giornata formativa il 29 apr. al Torrette.

-Si parlerà delle malattie ipofisarie nell’incontro che venerdì 29 aprile sarà ospitato nel polo didattico scientifico della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche e che sarà rivolto a diversi specialisti in endocrinologia provenienti da tre regioni del centro Italia: le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. La giornata formativa rientra nell’ambito del progetto “Educrinology”, sostenuto da Pfizer Italia, e che prevede diversi altri incontri, almeno una decina, su tutto il territorio nazionale. L’appuntamento di venerdì, che sarà coordinato dal professor Marco Boscaro della Clinica di Endocrinologia di Ancona, avrà la struttura di un corso di aggiornamento interattivo durante il quale sono previsti anche gli interventi del professor Fausto Santeusanio di Perugia, del dottor Bruno Raggiunti di Teramo e del dottor Giorgio Arnaldi di Ancona. Le malattie ipofisarie, in genere, vengono considerate rare. Ma viene da chiedersi se possa essere considerata tale una patologia che vede parecchie migliaia di persone interessate al problema. Infatti, vale la pena considerare che noduli ipofisari si ritrovano nel 15-20% dei pazienti che eseguono una risonanza magnetica nucleare apparentemente per i motivi più disparati. Per non parlare poi dei pazienti che, pur avendo una malattia ipofisaria, non sanno di esserne affetti perché questa non viene riconosciuta dai medici o perché vengono trattati per stati patologici che possono ritenersi conseguenza della malattia ipofisaria stessa. L’ipofisi è una ghiandola posta alla base del cranio, di piccole dimensioni ma di fondamentale importanza che regola molteplici funzioni del nostro organismo. Una sua alterazione funzionale comporta difatti una cascata di eventi patologici, spesso cronici, a carico del surrene, della tiroide, delle gonadi, con importanti conseguenze per l’intero organismo, per la vita di relazione, per il sistema riproduttivo ed il sistema muscolo-scheletrico. In questi casi vi può essere una produzione eccessiva di ormoni spesso dovuta a tumori - acromegalia, malattia di Cushing, prolattinomi - od una loro carenza con conseguenze talvolta disastrose sullo stato di salute e con importanti risvolti sociali. “Queste malattie, infatti – conclude il professor Boscaro - si associano ad aumentata mortalità per cause cardiovascolari, respiratorie e neoplastiche che, tuttavia, possono essere evitate grazie ad una tempestiva diagnosi ed una adeguata terapia”. Per tali motivi, nella diagnosi, nella cura e nell’assistenza al malato affetto da patologia ipofisaria appare necessario una stretta collaborazione tra l’endocrinologo, altri specialisti (neurochirurgo, neuroradiologo, oculista, etc.) ed il medico di base. Di tale collaborazione si parlerà proprio nell’incontro previsto per venerdì alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche.

-Curare le malattie dell’ipofisi, e prevenire dunque gravi complicazioni dello stato di salute generale dei pazienti affetti da certe disfunzioni, oggi si può. Come nel caso dell’acromegalia, una delle malattie più conosciute fra quelle causate proprio dalla disfunzione dell’ipofisi. Si chiama Pegvisomant ed è l’ultimo ritrovato in fatto di medicina. E’ un farmaco di origine ricombinante che si lega selettivamente ai recettori per il GH a livello periferico, impedendo di conseguenza la liberazione dell’IGF-1 e la crescita abnorme dei tessuti tipica dell’acromegalia. Diversi studi hanno evidenziato l’efficacia di questo rimedio farmaceutico tanto che oggi esso è indicato per il trattamento dei pazienti che hanno mostrato una risposta inadeguata alla chirurgia, al trattamento radiante e per i quali un’appropriata terapia farmacologica con analoghi della somatostatina si è dimostrata inefficace nel normalizzare le concentrazioni di IGF-1 o è risultata non tollerata. Nonostante i pochi casi al mondo il Pegvisomant, considerato un farmaco orfano, è entrato nella produzione di Pfizer. Il farmaco orfano è, infatti, un medicinale potenzialmente utile per trattare una malattia, ma senza un mercato sufficiente a ripagare le spese del suo sviluppo: rimane perciò senza sponsor, orfano appunto. Questi farmaci sono destinati alla cura di malattie talmente rare che i produttori sono poco disposti a diffonderli nelle condizioni abituali di commercializzazione, perché ciò non permetterebbe loro di recuperare il capitale investito per la sua ricerca. Gli interessi di Pfizer verso la cura dei pazienti però, ancora una volta, sono andati ben oltre il semplice fine economico.

Benessere e Salute, 2005-04-28