Kunstler
“Kunstler”
Etichetta: Aliante
Brani: Io so / Nuovi dei / In viaggio / Allora capirai / Gente comune / Si
può chiamare amore / Io farei qualsiasi cosa / In principio / Resistere
/ Più le cose cambiano / Torri di guardia / Verrà la libertà
Produttore: Gianluca di Furia
Quello di Roberto Kunstler è un nome che i più
assoceranno all’autore dei testi di Sergio Cammariere, ma che, in realtà,
nasconde un autore attivo sin dagli anni Ottanta, quando partecipò
al Festival di Sanremo e pubblicò il suo primo album. Oggi Kunstler
torna col suo quarto disco solista, chiamato semplicemente col suo nome. Dall’orecchiabile
“Io so”, scritta con Cammariere e posta in apertura, al finale
di “Verrà la libertà”, “Kunstler” è
un disco riuscito che invita, ogni volta, al gioco delle assonanze, fatto
questo da considerare tutt’altro che un difetto. Ecco così, in
“Nuovi dei”, la somiglianza col secondo Battisti. “Gente
comune” (a detta dell’autore scritta due dozzine d’anni
fa) avrebbe potuto cantarla De Gregori. “Torri di guardia” è
ispirata a “All along the watchtower”, ma, più che Dylan,
Kunstler sembra Mark Knopfler. Le canzoni più dichiaratamente d’amore
(“Allora capirai”, “Si può chiamare amore”)
paiono rubate al repertorio di Gino Paoli. E che dire di “Io farei qualsiasi
cosa” se non che è parente stretta di “M’innamorerai”
e “Un altro amore” del Paoli maturo?
Pezzo ricco d’ironia e originalità è “Più
le cose cambiano” che, con gli accordi del blues, racconta l’esperienza
di Sanremo (“presi le distanze dalla televisione/non per la pigrizia
ma per una convinzione/passai come un ostaggio sul palco di Sanremo”),
quella dell’Ospedale militare Celio (“dai medici del Celio venni
psicoriformato”), la mercificazione della musica (“intanto sulle
antenne veniva messa ai voti/tanta finta musica al servizio degli idioti”).
“Kunstler” è un disco ricco di poesia e delicatezza, porta
via i pensieri e ci si fischietta sopra che è un piacere. Adesso che
arriva la primavera e si parte la domenica per la scampagnata con gli amici
o con l’amata, potrebbe essere il cd perfetto da mettere nell’autoradio.
Pierluigi Lucadei
Recensioni – sabato 5 marzo 2005, ore 11.12