Lester Bangs
“Guida ragionevole a frastuono più atroce”

Oh Lester, Lester, che hai incarnato il rock più di tutte le inutili rockstar di oggi messe insieme!
Oh Lester, che banalità che ho scritto, vero?
Tu che sei il solo capace di cominciare una recensione con “Mi piace questo disco perché è uscito per la Columbia. Mi fido di loro, credo nei loro prodotti, perché la Columbia è la General Motors dell’industria discografica”; il solo capace di chiuderne un’altra con un “E fanculo a tutti quei vecchi fighetti che esternano i propri gusti alla moda: compratevi questo disco, ascoltatelo a palla e sarete i primi del vostro quartiere a disturbare la quiete pubblica”.
Grazie per i tuoi incontri-scontri con quello scorbutico di Lou Reed e per il coraggio con cui parli di “Metal Machine Music”.
Grazie per l’epitaffio per Elvis (“posso garantirvi una cosa: non saremo mai più concordi su una cosa tanto quanto lo siamo stati su Elvis”).
Grazie di aver lasciato per tempo quei leccaculo di Rolling Stone.
Siamo un branco di felini in uno sterminato bosco di dischi rock; o siamo pescecani da concerto.
Quando il delirio cerca spazio e lo trova dentro un nastro butterato con la voce che ci strappa via l’anima, allora siamo con te, convinti che la storia della nostra vita non può che essere raccontata “al bancone di un negozio di dischi, davanti a un jukebox, al volante di una macchina con l’autoradio che mi dà una sferzata, nelle ore insonni dopo mezzanotte passate da solo con le cuffie nelle orecchie e vasti ponti panoramici e cori angelici nel cervello”.
Allora il rumore è un sollievo.
E non basta un sole fuso a spegnere tutto.

“Guida ragionevole al frastuono più atroce” (minimum fax, gennaio 2005, pag. 450, euro 16,50) mette finalmente fine all’imbarazzante buio italiano sugli scritti di Lester Bangs, il più famoso critico musicale americano, scomparso prematuramente nel 1982 a soli trentatre anni. E’ vero, nel 2003 era uscito il “Lester Bangs portatile”, raccolta degli articoli pubblicati su Rolling Stone, ma l’antologia che tutti attendevano è proprio questa “Guida ragionevole”, che l’editore minimum fax ha il merito di aver salvato da un dimenticatoio durato quasi vent’anni. “Guida ragionevole” è un cult-book che raccoglie gli articoli più folli di Bangs, la maggior parte dei quali pubblicati negli anni Settanta sulla rivista “Creem” di Detroit. Sono scritti visionari, dove il disco da recensire è solo il trampolino di lancio verso voli senza rete, saggi lisergici alla Burroughs, piroette elettriche e utopistiche e infantili.
Nelle 450 pagine dell’antologia troviamo critiche d’altri tempi su alcuni dischi mitici amati da Bangs come “Astral Weeks” di Van Morrison e “Metal Machine Music” di Lou Reed, ricordi di musicisti scomparsi come Elvis Presley, Peter Laughner e John Lennon, idee scarabocchi sputi in faccia carezze visioni fucilate sugli artisti dell’epoca, James Taylor, David Bowie, Stooges, Jethro Tull, Clash. Tra acidi, anfetamine e grandi sbronze, Bangs ha fatto, a suo modo, la storia del rock, dunque prendete coraggio e tuffatevi nella “Guida”, a patto che siate disposti ad accettare “che il più grande scrittore americano sapesse scrivere quasi esclusivamente recensioni di dischi”, come ha detto il suo amico Greil Marcus.


Pierluigi Lucadei

Recensioni – lunedì 28 febbraio 2005, ore 18.11