Musica Rock: due novità targate Mescal
Mambassa e Lombroso
Autunno vivace in casa Mescal. Dopo il lancio sul mercato internazionale di Cristina Donà e in attesa del nuovo lavoro degli Afterhours, atteso per i primi mesi del 2005, ecco due album destinati a soddisfare gli amanti del rock italiano di qualità: la quarta fatica dei piemontesi Mambassa, che presto potrebbe avere anche una versione inglese, e il debutto dei Lombroso, due amici di vecchia data che hanno formato il gruppo quasi per caso.
Mambassa
“Mambassa”
Prodotti da Davey Ray Moor, leader dei rimpianti Cousteau (il loro album omonimo è uno dei più bei dischi degli ultimi anni), i Mambassa hanno realizzato il loro lavoro più compiuto, tra apici melodici (“L’antidoto”, “Ogni volta che mi illudi”), pezzi rotondi e coinvolgenti (“L’uomo di Atlantide”), qualche passaggio a vuoto (“Canto nel sonno”) e un brano “blu eyed soul” da brividi (“Una storia chiusa”). A volte il piano somiglia a quello sanguinante di Chris Martin (la sua “Trouble” ha fatto scuola), qua e là pare di sentire assonanze coi Tiromancino o coi lavori solisti di Morgan e Paolo Benvegnù. “Finisce qui, rassegnati, sai più di quanto imparerai”, “la solitudine non è un’abitudine se sei il solo e unico esemplare”, “è solo puro odio e vibra nelle mani, brucia se mi lasci ma strazia se rimani” sono alcuni dei passaggi più intensi di un flusso sentimentale che percorre tutto l’album. Stefano Sardo canta con trasporto, la band lo sostiene con un suono insieme caldo ed energico. “Mambassa” è un viaggio disilluso nel perdersi delle giornate tutte uguali, spoglie di contatti consolatori. Un disco di piccole canzoni che si fanno amare per la loro schietta semplicità. Da ascoltare prima che l’autunno si spenga.
Tracklist:
1-Una storia chiusa (3.27)
2-L’uomo di Atlantide (4.17)
3-Canto nel sonno (3.16)
4-Stop (4.05)
5-Rimpianto stereo (4.20)
6-L’antidoto (3.18)
7-Canzone d’odio (4.55)
8-Dove sei (2.43)
9-Senza respiro (5.30)
10-Ogni volta che mi illudi (6.16)
Lombroso
“Lombroso”
Chissà cosa avrebbe detto Cesare Lombroso, l’antropologo che collegò la degenerazione mentale delle persone alle loro caratteristiche fisiognomiche, di Dario Ciffo e Agostino Nascimbeni, i due musicisti che hanno dato il suo nome alla loro nuova creatura artistica. Le facce dei due fanno bella mostra di sé nel booklet di questo cd d’esordio e, nell’espressione e nello sguardo, tradiscono una innegabile pericolosità sociale. Non così la musica, solare, gioiosa. E allo stesso tempo freak, libera, fuori al punto giusto. I Lombroso sono degli Starsky & Hutch della canzone, mescolano sonorità anni sessanta e settanta, melodie pure come il cristallo, testi a cui non mancano buone dosi di ironia, il gusto pop dei Beatles, dei Beach Boys, di Battisti. Non è un caso che Nascimbeni abbia suonato per anni nei locali milanesi con una cover band dei Beatles. Ciffo è stato, invece, il violinista degli Afterhours e la band di Manuel Agnelli echeggia qua e là in maniera più che evidente, vedi “Esercizio mentale” e il ritornello di “Una ragione credibile”. Proprio “Una ragione credibile” è uno dei due momenti migliori dell’album, carica com’è di atmosfere retrò assolutamente irresistibili. L’altro momento clou è “Attimo”, che ha un ritornello così contagioso che farebbe ballare anche i pali.
Tracklist:
1-Esercizio mentale (3.21)
2-Il miglior tempo (2.35)
3.Coinvolto completamente (3.08)
4-Attimo (3.16)
5-Una ragione credibile (2.41)
6-Io credo (2.48)
7-Oggi è un giorno semplice (3.10)
8-Non è quello che vorrei (2.54)
9-Latoscuro (4.18)
10-Hai ragione tu (3.05)
11-E’ come se (2.43)
Pierluigi Lucadei
Recensioni - sabato 30 ottobre 2004, ore 11.28