Paolo Conte sotto le stelle
Macerata – Notte magica allo Sferisterio

Paolo Conte torna allo Sferisterio a tre anni di distanza dall’ultima volta. Entra in scena puntuale, abito scuro e mani sui baffi. Il concerto, diviso in due blocchi, inizia con “Hemingway” e il suo “forse un giorno meglio mi spiegherò”, anche se di spiegazioni per uno swing così ne servono poche. Tutto è perfetto: il gruppo di undici musicisti straordinari che accompagnano l’inconfondibile voce grave e fumosa di Conte, i brani che si susseguono uno dopo l’altro con raffinata semplicità, il pubblico vibrante di eccitazione e attento ad ogni cenno dell’artista.
Applausi a non finire per “Sotto le stelle del Jazz”. Si batte il piedino con “Via con me” e ci si innamora della “Schiava del Politeama”, sorseggiando il sogno di “Alle prese con una verde milonga”. Iniziato il secondo tempo con “Dancing”, Conte riesce a leggere nel pensiero di uno spettatore , attaccando “Gli impermeabili” proprio nel momento in cui il tizio la richiede. E allora swing, e poesia sporca a valanga. “Sudamerica”. “Max”. “Diavolo rosso”. Sezione fiati eccellente, con clarinetto e sax baritono da brividi. Per due ore a spasso tra le lande del jazz americano, passando per i ritmi sudamericani e la canzone francese. E quei testi non-sense; e quella voce un po’ così, caustica e rauca. Due ore di grande musica sotto l’aria stellata e limpida, vogliosa di emozioni d’autore. Tutto finisce con applausi a ritmo e canti corali di un “it’s wonderful, it’s wonderful”, riferito più all’artista che alla memoria di una canzone…chips chips chips dubam duuum.

Claudio Palestini


Recensioni – giovedì 26 agosto 2004, ore 16.33