Assonnata aspetto. Il Mamamia
scoppia di gente. Fan impazienti. Tutto è pronto ma il palco è
ancora vuoto con mezz’ora di ritardo. Finché si azzittisce
Bob Marley per lasciare spazio a tanto sano rock’n’roll. Ero
rimasta affascinata già quest’estate dai Negrita, ma stavolta
sono veramente scintillanti, elettrici alla perfezione. Per cominciare
a scrollarsi di dosso la partita di calcio e la stanchezza, Pau e gli
altri lanciano sulla folla “My way” e iniziamo i primi salti
a ritmo. Con “Cambio” e “Transalcolico” non ci
sono più speranze per gli apatici e gli addormentati, l’unica
via d’uscita è lo sfogo. Fuori pioggia e vento, ma il Mamamia
con “Hemingway” si scalda il cuore e non solo. Niente li ferma
più, con “Tonight”, “Sex” e la dolcissima
“Ho imparato a sognare” i Negrita ci conducono dritti dritti
verso una serata illuminata per il rock italiano. Divertiti intonano anche
Neil Young, Prince e i Red Hot, il pubblico impazzisce. Fingono la ritirata,
ma noi inchiodati sotto il palco abbiamo ancora sete di musica. Della
loro musica. Ed allora ecco “Io sono” e l’ultimissima
“Magnolia”. Ma non è finita. No, perché è
con “Ehy Negrita!” e “Mamamaè” che non
ci tiene più nessuno e allora si poga e Franco si lancia senza
pensarci nella speranza che qualcuno di noi lo raccolga. “A modo
mio” è il polverone finale. I Negrita se ne vanno lasciando
il pubblico in delirio, sfinito e carico di quella meravigliosa energia
che riescono a trasmettere da lassù. Ci riescono quasi miracolosamente
e la domanda che rimane a fine serata è solo: “Dove suoneranno
la prossima volta?”
Nicoletta Lambertucci
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