NEGRITA: Mamamia (Senigallia), 1/11/03

Assonnata aspetto. Il Mamamia scoppia di gente. Fan impazienti. Tutto è pronto ma il palco è ancora vuoto con mezz’ora di ritardo. Finché si azzittisce Bob Marley per lasciare spazio a tanto sano rock’n’roll. Ero rimasta affascinata già quest’estate dai Negrita, ma stavolta sono veramente scintillanti, elettrici alla perfezione. Per cominciare a scrollarsi di dosso la partita di calcio e la stanchezza, Pau e gli altri lanciano sulla folla “My way” e iniziamo i primi salti a ritmo. Con “Cambio” e “Transalcolico” non ci sono più speranze per gli apatici e gli addormentati, l’unica via d’uscita è lo sfogo. Fuori pioggia e vento, ma il Mamamia con “Hemingway” si scalda il cuore e non solo. Niente li ferma più, con “Tonight”, “Sex” e la dolcissima “Ho imparato a sognare” i Negrita ci conducono dritti dritti verso una serata illuminata per il rock italiano. Divertiti intonano anche Neil Young, Prince e i Red Hot, il pubblico impazzisce. Fingono la ritirata, ma noi inchiodati sotto il palco abbiamo ancora sete di musica. Della loro musica. Ed allora ecco “Io sono” e l’ultimissima “Magnolia”. Ma non è finita. No, perché è con “Ehy Negrita!” e “Mamamaè” che non ci tiene più nessuno e allora si poga e Franco si lancia senza pensarci nella speranza che qualcuno di noi lo raccolga. “A modo mio” è il polverone finale. I Negrita se ne vanno lasciando il pubblico in delirio, sfinito e carico di quella meravigliosa energia che riescono a trasmettere da lassù. Ci riescono quasi miracolosamente e la domanda che rimane a fine serata è solo: “Dove suoneranno la prossima volta?”


Nicoletta Lambertucci