Vendetta, menzogna, pedofilia, omicidio: c’è
tutto il lato oscuro dell’essere umano nel 24° film da regista
di Clint Eastwood. “Mystic river” è un viaggio al termine
della notte senza possibilità di redenzione, è una ferita
inferta in carne giovane che torna a sanguinare dopo venticinque anni
di silenzio, è l’innocenza perduta che spalanca le porte
sugli abissi del male.
L’infanzia e l’amicizia di Jimmy Markum (Sean Penn), Dave
Boyle (Tim Robbins) e Sean Devine (Kevin Bacon) vengono distrutte quando,
nel mezzo di una partitella di hockey per le strade senza futuro della
periferia di Boston, Dave viene fatto salire su una macchina di finti
poliziotti, che lo sottoporranno ad ignobili abusi. Venticinque anni dopo
il passato torna a bruciare quando viene trovato il corpo senza vita di
Katie, la figlia diciannovenne di Jimmy. Sean, diventato poliziotto, indagherà,
cercando, fin quando gli sarà possibile, di allontanare i sospetti
da Dave, il colpevole designato. Sarà ancora Dave, però,
a pagare il prezzo più caro, subendo un processo senza appello
sulle rive del fiume Mystic.
Con pessimismo d’autore, il settantatreenne Eastwood ci regala una
parabola fosca e bellissima su un’America alla deriva. Senza moralismi,
schiude il sipario su una triade di antieroi e ne indaga i drammi interiori
e la disperazione cieca con scientifica precisione. Una gran mano gliela
danno gli interpreti, splendidi volti e corpi di perdenti per necessità.
Bravo come al solito Kevin Bacon, perfetto Tim Robbins, divino Sean Penn,
recente vincitore a Venezia della Coppa Volpi per l’interpretazione
nell’atteso “21 grams”. L’ex Mr.Ciccone ha fatto
scuola con i suo scatti e le sue smorfie; il suo viso si stira, si contorce,
quasi a far spazio a tutto il dolore e l’odio del mondo. Da ricordare
anche Marcia Gay Harden e Linda Linney, nei panni, rispettivamente, di
Celeste Boyle, timida compagna di Dave, e di Annabeth Markum, seconda
moglie di Jimmy. I loro personaggi lasciano il segno, marchiando la torbida
vicenda raccontata con un inequivocabile tocco femminile, e non si salvano,
in un mondo dove nessuno è innocente, dall’abbandono esistenziale
in cui tutti finiscono per perdersi. “E’ come se quel maledetto
giorno fossimo saliti tutti e tre su quell’auto” dice Kevin
Bacon. Non si sopravvive alla colpa e al dolore, sembra dire Eastwood.
Il film termina con una controversa parata del 4 luglio, in cui pare celebrarsi
il ritorno alla pace e alla normalità. I produttori avrebbero voluto
tagliarla, Eastwood ha insistito: “Mystic river” non poteva
chiudersi in modo più crudo. Nell’atmosfera di festa, Sean
e Jimmy si lanciano da lontano un’occhiata (d’intesa?), mentre
Dave è altrove, punito due volte da un destino sleale. Anche questa
è l’America.
Pierluigi Lucadei
2003-11-11
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