Dopo "La Rabbia Giovane" (1973) e "I giorni
del cielo" (1978), due cult assoluti, il regista texano Terrence
Malick è scomparso dal circo hollywoodiano per un ventennio, facendo
perdere del tutto le proprie tracce. Ora è tornato, forse stanco
di essere soltanto un mito in naftalina, sceneggiando e dirigendo un nuovo
film, "La sottile linea rossa". Ancora un film bellico , dopo
il "Soldato Ryan" di Spielberg, anche se questa volta sembra
tutto più attuale, visto il sangue che si sta versando nell'ex
Jugoslavia: la battaglia in questione è quella di Guadalcanal del
novembre 1942, dove si fronteggiarono l'esercito americano e quello giapponese.
Lo sguardo di Malick è, però, diverso da quello di Spielberg.
La spettacolarità e la retorica lasciano il posto, ne "La
sottile linea rossa", agli angosciosi interrogativi e ai tragici
monologhi interiori dei protagonisti, una sorta di spietato accompagnamento
alle immagini di combattimento nella giungla fangosa dei tropici. Quello
che resta dentro sono i volti dei soldati, che faticano a trattenere il
senso di impotenza nei confronti delle assurdità della guerra.
In particolare ci si lascia commuovere dalla figura del soldato Witt,
il "buono" della compagnia Charlie, e dalla bravura del suo
interprete, Jim Caviezel. Il film ha una sua poetica, ben definita, mostra
assoluto rispetto per i combattenti, per il loro dolore sposato ad inevitabile
pazzia. Va inoltre detto come Malick sia bravissimo ad evitare di cascare
nel solito sventolio di bandiere americane, tipico di tanti film "patriottici"
a stelle e strisce; e bravissimo nel non ritrarre i nemici (i musi gialli)
come i "cattivi", ma come vittime, al pari degli altri, della
stessa follia di morte. "La sottile linea rossa", della durata
di quasi tre ore, è, dunque, un capolavoro di sangue, disastri,
agguati, epidemie e calore umano e può essere considerato, insieme
a "Platoon" di Stone e a "Full Metal Jacket" di Kubrick,
il miglior film di guerra della storia del cinema. Accanto alla sapiente
regia, ha contribuito al mirabile risultato finale l'intensità
degli attori, molti dei quali hanno rinunciato al loro compenso da star
pur di lavorare con un maestro come Malick. Alcuni nomi? Nick Nolte, John
Cusack, Sean Penn, Woody Harrelson, Elias Koteas, George Clooney, John
Travolta, Ben Chaplin,
Pierluigi Lucadei
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