Natale a Miami
    di Neri Parenti

Oramai è un classico: puntuale come un orologio svizzero, 
    da una decina di anni a questa parte, il film di Natale della premiata ditta 
    Boldi-De Sica. Ma certamente quello appena trascorso sarà anche l’ultimo, 
    dopo ben ventitrè film, che i due comici italiani trascorreranno assieme. 
    
    Natale a Miami sembra ripercorrere sentieri già calpestati: ragazze 
    supersexi, natiche e tette sventolate qua e là, avventure extramatrimoniali 
    e quanto altro:qualcosa di simile già lo si era visto sia in India 
    che sul Nilo. D’altra parte l’ultimo film di Parenti non fa altro 
    che seguire l’andazzo generale della televisione ( e forse anche del 
    cinema) italiana, specchio della società: banale, stereotipata, attenta 
    a seguire precisi e collaudati canoni estetici. Quindi non ci si può 
    certo meravigliare se cotanto film nel giro di una settimana sia già 
    divenuto campione d’incassi. Ciò che invece dovrebbe impressionare 
    è il fatto che siano proprio Boldi & Co. a dover competere con 
    colossi come King Kong e Narnia. Ma questo è un altro discorso: il 
    cinema italiano e le sue carenze, nonché, come ha affermato Paolo Benvenuti, 
    la sua “miseria intellettuale che dipende da una certa politica culturale”. 
    
    Ma ritorniamo al film: Miami è il luogo prescelto da Massimo (Christian 
    De Sica) detto il mandrillone di Frascati e Giorgio (Massimo Boldi) dopo che 
    entrambi vengono abbandonati dalle rispettive consorti. E da qui che prendono 
    il là spunti comici che sanno di già visto: ragazzine cresciute 
    troppo in fretta e decisamente spigliate, storie di tradimenti e chi più 
    ne ha più ne metta. Nel cast anche tre giovani interessanti come Francesco 
    Mandelli, già spalla di Muccino in Manuale d’amore, Paolo Ruffini 
    e Giuseppe Sanfelice, visto insieme a Nanni Moretti ne La stanza del figlio. 
    Accanto alla storica coppia anche un discreto Massimo Ghini, e tre prime donne 
    come Vanessa Hessler, Raffaella Bergè e Caterina Vertov.
    Ma troppo spesso la comicità lascia spazio alla volgarità come 
    nel caso di una fellatio incastrata in un apparecchio per denti, o della prelibata 
    cena a base di testicoli umani, nonché di indefinite prestazioni sessuali 
    che a volte vanno bene ed altre no. C’è chi dice che i film di 
    Natale debbano soltanto far ridere o quantomeno offrire un paio d’ore 
    di relax: questo è vero,tuttavia sembra troppo facile e scontato presentare 
    una comicità che,come detto, troppo spesso scade nella volgarità 
    e che và sempre più allontanandosi dalla tradizione della commedia 
    all’italiana. Purtroppo questo è il destino e la storia dei ben 
    24 film girati dalla coppia Boldi-De Sica: o li si odia o li si ama.
Simone Grasso
Recensione - giovedì 29 dicembre 2006 - ore 22.00