Giuliano Palma & the Bluebeaters
Firenze (Auditorium Flog) – 04.11.05

Correva l’anno 1995 quando otto liceali su dieci indicavano, tra i propri gruppi preferiti, i Casino Royale. Erano i tempi di “Sempre più vicini”, dell’asse Milano-Bristol, dei palazzetti di tutta Italia stracolmi di ragazzi che, dondolandosi, cantavano in coro «I am free to come and go». La magia è durata un altro paio d’anni – è del 1997 lo splendido “CRX” – prima dell’inevitabile split, che ha portato Giuliano Palma verso altri lidi (Soul Kingdom, Bluebeaters e una carriera solista iniziata nel 2002 con “G.P.”, disco di ottima fattura a parere di chi scrive queste righe).
Proprio il progetto Bluebeaters, nato inizialmente come un divertissement tra amici, ha preso gradualmente, grazie ad un inaspettato entusiasmo da parte del pubblico, il sopravvento su tutto il resto. Nel 1999 Giuliano Palma & the Bluebeaters pubblicano “The album”, una raccolta di pezzi stranieri più o meno noti, rivisti in chiave ska e rocksteady. Il disco è venduto solo su internet, ma dopo la collaborazione con Gino Paoli, affascinato dal progetto, viene ristampato e finisce sugli scaffali dei negozi. Nelle scorse settimane è arrivato il seguito, “Long playing”, ulteriore atto d’amore nei confronti delle sonorità giamaicane, alle quali vengono ricondotti più di venti pezzi diversissimi tra loro.
Il tour che sta accompagnando l’uscita del disco sta facendo registrare il sold out ovunque, e si sta segnalando, sbaragliando ogni concorrenza, come il più divertente del momento.
Già visti nella data ‘anticipataria’ all’Arezzo Wave, a Firenze i Bluebeaters confermano tutte le aspettative del numerosissimo pubblico: ska vintage, fun, i fiati da capogiro, l’impeccabile sezione ritmica di Ferdi e Bunna. E poi c’è lui, ‘The King’: Giuliano Palma che sul palco diventa il dio del canto e trasforma in oro tutto quello che gli passa per l’ugola. In un’ora e trentacinque minuti sciorina una cover dietro l’altra, da “Jump” dei Van Halen a “Believe” di Cher, e poi “Still love you”, “Che cosa c’è”, “Jealouse guy”. Con “Messico e nuvole”, singolo di lancio di “Long playing” con video in heavy rotation, esplode l’Auditorium: il ritornello è ripetuto all’infinito, la velocità aumenta sempre un po’ di più, è impossibile stare fermi. Si chiude con “Wonderful life” di Black e con i Bluebeaters che si inchinano, di faccia e di culo, all’ovazione del pubblico.

Pierluigi Lucadei

Leggi l’intervista ai Bluebeaters: http://www.ilmascalzone.it/cu507.htm


Recensioni – sabato 5 novembre 2005, ore 12.34