Fabrizio Coppola
“Una vita nuova”
Etichetta: Novunque
Brani: Tutto resta uguale / Non ci si più / La città che muore
/ Cerco ancora te / Non mi aspetto niente / Esplode la gioia / Dove l’acqua
muore / Una vita nuova / Il migliore / Radici / Una piccola fiamma / Il cielo
su Milano / Il dolore che non hai / 1973
Produttori: Simone Chivilò & Fabrizio Coppola
“Una vita nuova” è il secondo album di Fabrizio
Coppola, songwriter milanese che ha esordito due anni fa con “La superficie
delle cose”. Coeso, coerente, animato da un’innegabile urgenza
espressiva, “Una vita nuova” è un disco che vive attorno
a temi ricorrenti, dall’agnelliano ‘quello che non c’è’
(«io vado a prendere ciò che non ho avuto mai», «di
notte credi anche a quello che poi/di giorno non c’è mai»)
a Milano («Milano dieci di mattina/è un buco nero dentro il cuore»,
«si capisce dall’odore/questa è la città che muore»,
«ho un cartello sotto il letto/ci ho scritto quello che vorrei/avere
un giorno in cambio/dalle strade di Milano»), dalle cose perdute («per
ogni bacio che hai lasciato scivolare/per ogni amico che hai guardato rotolare/qualcosa
sarà sempre con te», «adesso tutto è ricordo/ed
ogni giorno è più lungo») all’indifferenza («l’indifferenza
lascia il segno/è l’odore che ti porti addosso», «un
giorno ucciderò/l’indifferenza»).
Diverse le canzoni che attaccano al cuore da subito: “La città
che muore” ha slanci degni dello Springsteen più giovane («non
preoccuparti amore/io ti solleverò fin quando/le mie gambe reggeranno/nessuno
ci potrà toccare»); “Cerco ancora te” non fa nulla
per nascondere una malinconia affilata come una lama («lacrime sulla
maglietta/il cielo è un mare d’inchiostro/io cerco ancora te/…/la
notte è un taglio nel cielo/che sanguina pioggia sui campi/io cerco
ancora te»); “Dove l’acqua muore” inizia con armonica
ed e-bow e si scuote pian piano mentre racconta la storia di un fratello e
una sorella alla ricerca di se stessi.
Il sound curatissimo, gli arrangiamenti ricchi – in due brani è
presente anche una piccola sezione fiati – le melodie nitide collocano
“Una vita nuova” nel rock italiano più classico, a metà
strada tra Ligabue e gli Stadio. E se è vero che a volte Coppola dà
l’impressione di essere eccessivamente verboso e che i pezzi più
tirati (“Esplode la gioia”, “Una vita nuova”) non
convincono, è altresì vero che quando, negli ultimi brani, il
disco si fa più intimo, diventa via via migliore: “Una piccola
fiamma”, “Il cielo su Milano”, “Il dolore che non
hai” e “1973” sono ballate intense e delicatamente malinconiche.
In particolare “1973” è un commovente ritratto familiare,
e vede la partecipazione, al corno francese, di Alfredo Coppola, padre di
Fabrizio e professore d’orchestra alla Scala di Milano. Pezzo definitivo
di questa raccolta, si apre e si chiude con certezze che si conquistano solo
attraverso il dolore: è la piena coscienza dell’assenza che fa
cantare «in casa si respira già/l’odore dell’amore
quando se ne va» e fa chiudere il libro dei ricordi con lapidaria disillusione:
«il tempo scioglie ogni legame».
Pierluigi Lucadei
Recensioni – mercoledì 2 novembre, ore 8.00