Subsonica
“SUB urbani (1997-2004)”
Etichetta: Mescal
Brani: Albascura / Istantanee / Eva-Eva / L’errore / Come se / Colpo
di pistola / Aurora sogna / Nuova ossessione / Strade / Preso blu / Sole silenzioso
/ Il mio dj (Coccoluto remix) / Fiumi urbani / Liberi tutti (Subsonica remix)
Molti hanno storto il naso quando hanno inserito nel lettore
“Terrestre”, l’ultimo album dei Subsonica, il primo griffato
Emi. Meglio andarsi a ripassare il vecchio catalogo di Casacci e company allora?
Si può sempre provare, tanto più ora che la Mescal manda nei
negozi una raccolta di quattordici brani pubblicati dai Subsonica tra il 1997,
anno del bellissimo debutto, e il 2004. Le ritmiche e il sound ‘fisico’
della band torinese sono stati una ventata di freschezza nel panorama della
musica italiana indipendente della seconda metà dei Novanta, territorio
di conquista pressoché esclusivo dei gruppi rock. Sulla scia del successo
di band britanniche come Chemical Brothers e Prodigy, i Subsonica hanno tentato
la carta dell’elettronica, un’elettronica debitamente colorata
con un gusto per la melodia tipicamente made in Italy e col chitarrismo reggae
di Max Casacci, ed hanno vinto la scommessa di riempire i palazzetti di tutta
Italia con la loro musica.
“SUB urbani” ripercorre l’arte tecnologica sparsa in otto
anni su tre album, “Subsonica” (1997), “Microchip emozionale”
(1999) e “Amorematico” (2002), altrettanti bestseller.
Basta leggere i titoli dei brani contenuti nella raccolta per rendersi conto
del perché i Subsonica abbiano fatto da colonna sonora a molte giornate
adolescenti e del perché siano a tutt’oggi tra i gruppi preferiti
di qualsiasi giovane educato da Mtv. Da “Albascura” a “Liberi
tutti”, passando per “Colpo di pistola”, “Nuova ossessione”
e “Preso blu”, la preferita di chi scrive, tutte le canzoni hanno
appeal da vendere, tra testi che somigliano a graffiti esistenzialisti e la
modernità di suoni sempre originali e incalzanti.
Per questo, nonostante l’assenza di alcuni passaggi fondamentali (“Cose
che non ho”, “Discoteca labirinto”, “Tutti i miei
sbagli”), “SUB urbani” rappresenta un ottimo strumento per
ripercorrere la carriera di Samuel, Max e Boosta, dai Murazzi di Torino a
band più acclamata d’Italia.
Pierluigi Lucadei
Recensione – mercoledì 22 giugno 2005, ore 13.11