Sepiatone
“Darksummer”
Etichetta: Desvelos
Brani: Ektachrome / Greenhouse / Unnatural fire / Disguise / Saboteur / Defenceless
/ C’è Dio / From so hi / Darksummer / Di fianco / Inside the
sun / Twilightone
Produttore: Hugo Race
Il primo plauso è per la bellissima grafica, con le chine
di Marta Collica raffiguranti fiori, angeli, sirene, violini, cuori e animali.
Poi, ovviamente, più di un plauso va alle dodici canzoni di “Darksummer”,
seconda meraviglia firmata Sepiatone. Marta Collica e Hugo Race diedero vita
ai Sepiatone nel 2001 col bellissimo “In Sepiatone” ed ora tornano
con questo straordinario quanto poliedrico secondo album.
Marta Collica è una cantautrice siciliana che ha esordito collaborando
con i Micevice di Giovanni Ferrario. Hugo Race, per chi non lo conoscesse,
si è guadagnato l’immortalità suonando la chitarra su
“From her to eternity”, l’esordio dei Bad Seeds, e pubblicando
più di una decina di dischi a suo nome, tutti oggetti di culto per
gli amanti di quella rivisitazione malata del blues sincopata da sussulti
post-punk.
“Darksummer” ha poco a che fare col blues, invece. Le canzoni
qui contenute hanno la loro forza in melodie inafferrabili e languide, capaci
di scaldare o inquietare, intenerire o ipnotizzare, proprio come l’oscura
estate del titolo.
L’anima buia di Hugo Race fa bella mostra di sé in “Unnatural
fire” (“you took me in a darkened room/and even when the rest
of you was naked/you kept your face well masked/you thought that because we’re
together/you could make this last forever/ho does it feel to find out you
were wrong?”) e in “Inside the sun”, brani cantati dallo
stesso Race. Più solari “From so hi” e “Saboteur”,
al cui mixaggio ha collaborato il Bad Seed numero uno, Mick Harvey, esotiche
“Di fianco” e “Twilightone”. Discorso a parte merita
“Defenceless”, dalla melodia marcatamente pop, pur senza strizzare
l’occhio alla chewing-gum music che si ascolta in radio. Anche la title-track
è una meraviglia melodica, con uno splendido arrangiamento con archi
e mandolino, e ricorda i pezzi dei Velvet Underground cantati da Nico.
Disco aggraziato e suggestivo, un piacere per l’animo predisposto alla
dolcezza disturbata.
Hugo Race nasce a Melbourne il 24 maggio 1963. Insieme al polistrumentista Robin Casinader fonda la sua prima band, i Plays With Marionettes, che colleziona alcune date come spalla ai Birthday Party di Nick Cave. Conosciuto Cave, Race diventa membro della prima formazione dei Bad Seeds, realizzando l’epocale “From her to eternity” (1984). La permanenza nel gruppo dura poco e nel 1985 Race torna a lavorare con Casinader in un nuovo progetto chiamato Wreckery. Risale al 1988, invece, il primo album firmato Hugo Race & True Spirit, nome di culto del rock alternativo. Dei True Spirit si consigliano almeno l’antologia “Long time ago” (2001) e “The goldstreet sessions” (2003). Tra gli altri progetti di Hugo Race ricordiamo Trasfargo, The Merola Matrix, Songs With Other Strangers e Sepiatone.
Pierluigi Lucadei
Recensioni – mercoledì 27 aprile 2005, ore 22.23