Goran Bregovic al Palacongressi

In Italia non ha più bisogno di presentazioni, visto che è amato da nord a sud come una stella di prima grandezza, e la notizia che il 5 gennaio del 2000 Goran Bregovic si esibirà a San Benedetto del Tronto ha già fatto il giro della zona ed è stata accolta con grande entusiasmo. Per chi ancora non lo conoscesse, diciamo che Bregovic è un artista bosniaco (è nato a Sarajevo) che sta facendo apprezzare in tutta Europa la musica dei gitani, quella di sgangherate fanfare e alticce orchestrine zingare che fanno ballare i rom nei matrimoni e nei funerali. musica gitana che in Bregovic si contamina fino a fondersi, però, con la musica etnica, con la musica sacra e con il rock (vanta una collaborazione addirittura con Iggy Pop). Musica gitana che è capace di creare suggestioni infinite, ansia di vita, di ballo, d'amore, e di aprire mille orizzonti visionari. Proprio come accade nei film di Kusturica che per anni ha musicato. Bregovic è stato, infatti, per Kusturica quello che Rota è stato per Fellini e Moricone per Sergio Leone. E chi ha visto "Underground" e "Arizona dream" sa benissimo di come la colonna sonora sia fondamentale nel cinema del regista slavo. E' musica nomade quella che Goran Bregovic proporrà a San Benedetto, musica senza bandiere, libera, ma con un occhio alla tragedia del popolo bosniaco. Per spiegare il pensiero dell'artista bastano le sue parole: "la musica non può cambiare le decisioni dei politici, non mi sono mai illuso di essere in grado di cambiare la loro mente; nelle migliaia di case in cui sono riuscito ad entrare con un mio disco sono invece sicuro di trovare persone coscienti che i confini geografici hanno poca importanza".


Pierluigi Lucadei