Disciplina delle Risorse Idriche.
Ancona - proposta di legge della Giunta regionale.
“Una normativa per tutelare la risorsa acqua come bene
pubblico, accessibile e disponibile per tutti, da salvaguardare per le aspettative
delle future generazioni”. Sono questi, secondo l’assessore Marco
Amagliani, gli obiettivi della proposta di legge: “Disciplina delle
risorse idriche”, che la Giunta regionale ha presentato in Consiglio
per riformare la legislazione in vigore.
“Disposizioni che semplificano – sottolinea Amagliani –
l’organizzazione territoriale del servizio idrico, valorizzando il ruolo
degli enti locali e prevedendo (prima normativa in Italia) l’affidamento
della gestione del servizio esclusivamente a soggetti pubblici. La Regione
individua, infatti, nel principio della solidarietà, lo strumento attraverso
il quale garantire, sul piano tecnico ed economico, il soddisfacimento del
fabbisogno idrico. Promuove e tutela anche la valorizzazione delle risorse
secondo criteri di razionalità, per favorire il risparmio, preservare
i bacini idrogeologici e un patrimonio ambientale integro. L’organizzazione
territoriale è articolata, poi, in Ambiti ottimali per assicurare una
gestione del servizio secondo criteri di efficienza ed economicità”.
La proposta prevede l’abrogazione della legge 18/98, mantenendone comunque
le disposizioni fondamentali e rimodulando solo le parti che riguardano l’organizzazione
territoriale del settore. “All’assemblea dei sindaci e dei presidenti
delle Province – spiega ancora l’assessore Amagliani – vengono
affidate le decisioni fondamentali relative all’organizzazione del servizio,
demandano alle Province la gestione. Su questo fronte siamo aperti alle indicazione
che l’Upi e l’Anci intenderanno ancora far pervenire, per giungere
a una sintesi quanto più condivisa sul ruolo che dovranno ricoprire
le Province e i Comuni”.
La necessità di rivedere l’assetto del servizio idrico integrato
è stata sottolineata dalla Conferenza regionale delle autonomie, che
ha esaminato favorevolmente la proposta di legge nella seduta del 10 novembre.
In precedenza (2 agosto 2004) anche il Comitato d’intesa Regione, Anci,
Upi, Uncem, Aiccre e Lega delle autonomie ha convenuto sulla necessità
di rivedere la normativa.
Il testo predisposto riconferma i cinque ambiti territoriali ottimali (Ato)
esistenti: Marche Nord (Pesaro e Urbino – 67 comuni), Marche Centro
(Ancona – 45 comuni), Marche Centro (Macerata – 48 comuni), Marche
Centro Sud (Alto Piceno Maceratese – 27 comuni), Marche Sud (Ascoli
Piceno – 59 comuni).
L’Autorità d’Ambito è individuata nell’assemblea
dei sindaci e dei presidenti delle Province di ciascun Ato, mentre il funzionamento
dell’Autorità è affidato alla Provincia cui appartiene
il maggior numero di residenti per ciascun Ato.
La proposta della Giunta regionale indica le procedure per la stipula delle
convenzioni tra gli enti locali. Nella determinazione delle quote di partecipazione,
in particolare, si è scelto di riservare ai Comuni il novanta per cento
dei voti e alle Province il restante dieci per cento.
Tra le funzioni affidate all’Autorità si segnalano: l’approvazione
del programma degli interventi e della convenzione per la gestione del servizio
idrico (che potrà avere una durata massima di vent’anni); l’affidamento
del servizio a società a capitale interamente pubblico (in via transitoria,
e per una sola volta, anche alle società miste pubblico private esistenti);
la determinazione delle tariffe. La convenzione dovrà prevedere che
la Provincia interessata predisponga gli atti di competenza dell’Autorità
d’ambito e il controllo sull’erogazione del servizio. La Provincia
subentrerà anche nei rapporti giuridici dei Consorzi esistenti, che
la proposta di legge sopprime.
In…Sicurezza, 2004-12-07