Difesa della Costa
Ancona - cinque milioni di euro disponibili nel 2004.
Difesa della costa: la Giunta regionale adotta il Piano di gestione.
Con la pubblicazione, inizia la concertazione per la stesura definitiva.
Modesti: “Cinque milioni di euro disponibili nel 2004”
La Giunta regionale ha adottato il Piano di gestione integrata
delle aree costiere: lo strumento di programmazione tecnica che disciplina
gli interventi di difesa della costa. Dopo l’imminente pubblicazione
dell’elaborato sul Bollettino ufficiale della Regione Marche, si avvierà
la fase della consultazione con gli enti pubblici e privati coinvolti: sostanzialmente
i comuni costieri e le categorie sociali ed economiche interessate (operatori
balneari e turistici, pescatori…). Entro 60 giorni, sempre dalla pubblicazione,
dovranno pervenire le osservazioni, che saranno valutate prima della definitiva
adozione del Piano e la successiva trasmissione in Consiglio regionale, che
lo dovrà approvare.
Una copia del Piano sarà inviata (su formato cd) ai Comuni interessati
e al Consiglio regionale, mentre la documentazione cartacea (oltre che pubblicata
sul Bur), risulterà disponibile presso la segreteria del servizio Progettazione
Opere Pubbliche della Regione Marche.
“Il Piano elaborato – sottolinea l’assessore ai Lavori Pubblici,
Cataldo Modesti – rappresenta una risposta ai problemi legati alla difesa
e alla gestione della costa, sia sotto l’aspetto dell’equilibro
tra litorale e l’azione corrosiva del mare, sia sotto quello della tutela
degli interessi economici degli operatori di settore, compatibili con la salvaguardia
ambientale. Il Piano è stato predisposto in stretta collaborazione
con il servizio Turismo della Regione, in quanto disciplina anche le aree
marittime, utilizzate per finalità turistiche e per l’esercizio
della piccola pesca”.
Contestualmente al Piano, la Giunta regionale ha anche approvato i criteri
per ripartire i fondi 2004 destinati alla difesa costiera: circa 5 milioni
e 500 mila euro che saranno assegnati secondo le disposizioni previste dal
Piano stesso (priorità, cofinanziamenti Cipe, monitoraggio).
L’obiettivo del Piano è quello di definire “gli interventi
di ricostruzione delle spiagge per la difesa delle infrastrutture, del patrimonio
ambientale e per il rilancio delle attività turistiche, prevedendo
anche la salvaguardia delle opere realizzate”. Verranno privilegiate
i progetti a minore impatto ambientale e il riutilizzo dei materiali disponibili,
come le sabbie di drenaggio, i sedimenti fluviali e i massi calcarei delle
scogliere dismesse. Il tutto per non pregiudicare anche la qualità
delle acque di balneazione, che spesso risente delle difese artificiali predisposte.
La costa marchigiana interessata al Piano ha uno sviluppo lineare di circa
180 chilometri, e comprende 23 comuni balneari. La scarsità di trasporto
di materiale solido della aste fluviali ha determinato, nell’ultimo
secolo, una crisi del sistema litoraneo: le opere realizzate lungo gli alvei,
l’estrazione di ghiaia e un uso non razionale del suolo, hanno impoverito
l’apporto di sabbia in mare. Le spiagge hanno subito l’erosione
marina e le strutture di difesa, se hanno ridotto gli effetti distruttivi
delle mareggiate, hanno scaricato il problema nelle aree contigue.
Attualmente la copertura del litorale marchigiano con opere marittime –
escludendo le zone antistanti il San Bartolo e il Monte Cònero –
interessa il 70% della costa. Il restante 30% è rappresentato da tratti
“liberi, ricadenti soprattutto nei comuni di Senigallia, Numana, Porto
Recanati, Porto Sant’Elpidio e Civitanova.
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita
e di Lavoro, 2004-09-09