Gli aspetti salienti dell’andamento infortunistico sono stati presi
in esame in una pubblicazione Inail.
Cresce il numero di lavoratori immigrati nel nostro Paese e con esso anche
il numero degli infortuni. Per i lavoratori extracomunitari il tasso di
incidenza infortunistica è sensibilmente più elevato rispetto
a quello medio nazionale (55,6 contro 43,2 per 1000 occupati).
L’andamento infortunistico dei lavoratori immigrati è stato
preso in esame dal periodico “Dati Inail”, che ha evidenziato
come la progressiva emersione di lavoratori irregolari e l’ingresso
di nuove forze lavoro si siano accompagnati all’incremento dei casi
di infortunio.
Considerando il triennio 2001-2003, i casi di infortunio che hanno riguardato
lavoratori immigrati sono passati progressivamente da 68.187 a 91.660
e, nel 2003, hanno raggiunto i 105.779 casi.
Nello stesso anno i casi mortali sono stati 147.
"A pagare il tributo più elevato sono i lavoratori di Marocco,
Albania e Romania che da soli contano quasi la metà degli infortuni
a extracomunitari.”
Riguardo agli infortuni mortali, il maggior numero di casi si è
registrato tra i lavoratori albanesi (32 casi), impegnati per lo più
nelle attività delle costruzioni e manifatturiere.
Situazioni anomale sono invece rilevate per lavoratori di altre nazionalità;
sottolinea l’Inail: "di scarso rilievo numerico, invece, gli
infortuni denunciati da filippini e cinesi che pure sono tra le comunità
più presenti nel nostro Paese."
Gli immigrati si infortunano più degli italiani. Secondo l’Inail,
la maggiore incidenza infortunistica dei lavoratori extracomunitari è
attribuibile sia al tipo di lavorazioni nei quali sono impegnati, sia
al grado di formazione. “I lavoratori extracomunitari sono notoriamente
impiegati in attività più pericolose, legate alla mobilità,
di tipo stagionale e svolte generalmente in aziende di minori dimensioni”.
Molti infortuni sono inoltre attribuibili alla mancanza di esperienza
e di preparazione tecnica e, aggiungiamo, di formazione nel campo della
sicurezza.
L’andamento infortunistico degli lavoratori immigrati non differisce
da quello dei lavoratori italiani solo per la maggiore incidenza infortunistica,
ma anche per altri aspetti, quale ad esempio l’età dei soggetti
infortunati.
“In linea con la struttura per età della forza lavoro, gli
infortunati extracomunitari - rileva l’Inail - sono giovani”.
Il 56% degli infortunati immigrati ha meno di 34 anni, mentre la media
nazionale degli infortunati in questa fascia di età è pari
al 44% dei casi di infortunio.
Inoltre vi è una netta prevalenza del sesso maschile (l’85%
contro il 76% generale).
A livello territoriale i casi di infortunio occorsi a lavoratoti extracomunitari
sono così ripartiti: Nord-Est 46,2%, Nord Ovest 31,4%, Centro 17,7%,
Sud e Isole 4,7%.
Mentre per gli infortuni mortali la zona più colpita è il
Nord-Ovest (39,4%), seguito dal Nord-est (32%), centro (17%) e, infine,
Sud e Isole (11,6%). (p.l.)
(fonte: punto sicuro)
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro,
2004-05-07
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