L’obiettivo che ci si pone - oggi rispetto al mobbing,
ma in prospettiva rispetto al quadro più complicato e complesso dei disagi
– è intervenire sulle possibili degenerazioni delle relazioni umane,
regolate in generale da fattori di interesse e dal fattore sentimento.
Non v'è dubbio, infatti, che il contesto socio economico che motiva e,
in qualche modo, autorizza il mobbing ha dimensioni a scala generale: esiste
una stretta relazione fra le vicende di un contesto macrosociale e macroeconomico
e la situazione in cui si sviluppano le dinamiche del microcosmo nel quale il
mobbing si produce.
Vi sono, infatti, caratteristiche che appartengono al generale e non allo specifico:
la competizione esasperata tipica di quella che viene definita la fase del "turbocapitalismo",
il trasferimento del sistema di relazioni sociali dal piano dei diritti al piano
dei rapporti di forza; l'individuazione di un modello che concepisce la competizione
come la chiave attraverso la quale costruire qualunque soluzione possibile ad
un problema; la selezione delle risorse umane fatta non più in base al
principio della competenza bensì a quel o della forza, che finisce con
il racchiudere in sé la nozione stessa di efficienza, per cui ciò
che è forte diviene per definizione efficiente.
É in un quadro così complesso che il mobbing si fa strumento di
selezione, di allontanamento, di divisione, di frammentazione dell’unità
dei lavoratori e delle lavoratrici, di indebolimento dell'autorevolezza sindacale,
forma moderna e degradata dello sfruttamento.
Quale percorso si dovrà seguire per mettere a punto un sistema di intervento
capace di prevenire il mobbing e non soltanto di costruire forme di intervento
"a posteriori"?
In primo luogo, dovranno essere definiti dei percorsi formativi rivolti a chi
si occupa della gestione della prevenzione all'interno delle imprese.
In una realtà come quella del lavoro oggi, nella quale il nuovo si aggiunge
al vecchio creando forti potenzialità di conflitto e di discriminazione,
è necessaria la capacità di dialogare con l’una e l'altra
realtà e non solo con una parte di essi, solo in questo modo si creano
le condizioni per una effettiva prevenzione di fenomeni disgreganti quali il
mobbing.
In secondo luogo, l'informazione mirata a coinvolgere le istituzioni, gli operatori
della prevenzione, le strutture sindacali e i lavoratori stessi, in quanto l'obiettivo
non è quello di promuovere una generica assistenza o solidarietà,
ma da un lato nel riconoscere e nel fare emergere domande e disagi legati alla
vita concreta dei lavoratori ed alle oro difficoltà, dall'altro nello
stimolare la disponibilità di soggetti motivati e culturalmente preparati
ad interpretare la domanda di socialità dei lavoratori. (pl)
continua …
(fonte ISPESL)
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro, 2004-04-03