rischio MOBBING
7. i rischi
Affrontare il tema del mobbing in quanto condizione organizzativa che produce
disagio significa intervenire rispetto a due questioni centrali: la tutela dell'integrità
psicofisica del lavoratore e la tutela della salute intesa non come assenza
di malattia, ma come benessere, fisico, mentale e sociale. Fin dalla metà
degli anni 50 è presente nella gestione dell'infortunistica italiana,
il concetto di “sicurezza integrata”, concetto confermato e diffuso
dal decreto legislativo 626/94, secondo cui la sicurezza è la risultante
degli aspetti oggettivi (eliminazione/riduzione dei rischi, misure di protezione
collettiva, dispositivi di protezione individuale) e soggettivi (l’idoneità
psicologica, motivazione al lavoro, identità personale) della sicurezza
stessa.
In accordo a questa modalità di approccio, in grado di cogliere la complessità
del sistema (tecnologia, meccanismi operativi, uomini, ruoli, ecc.), i rischi
presenti negli ambienti di lavoro possono essere divisi in tre categorie:
1. RISCHI PER LA SICUREZZA (di natura infortunistica): strutture, macchine,
impianti, sostanze pericolose, incendio-esplosione
2. RISCHI PER LA SALUTE (di natura igienico-ambientale): agenti fisici, chimici
e biologici
3 RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE (di tipo trasversale): organizzazione
del lavoro, fattori psicologici, fattori ergonomici, condizioni di lavoro difficili
È evidente che il mobbing afferisce al capitolo dei rischi organizzativi,
vale a dire quei rischi che trovano la loro origine nelle scelte organizzative
(gestione delle risorse umane, comunicazione, sistema premiante, ecc.) ed hanno
una ricaduta sullo stato di salute e di benessere dei lavoratori analogamente
all'esposizione ad un agente chimico o fisico.
Pur consapevoli delle difficoltà di analisi delle variabili organizzative
- sicuramente è più facile misurare l'intensità della luce
o la velocità dell'aria che verificare l'efficacia de sistema informativo
- tuttavia è necessario che la struttura della sicurezza aziendale, dal
datore di lavoro al RSPP, dal medico competente al RLS impari a considerare
anche questi tipi di rischio, sempre più scanditi dal complesso delle
innovazioni tecnologiche, ed a prevedere le misure idonee di prevenzione e d'intervento.
Come già detto il mobbing è una forma di violenza sistematica,
tipica degli ambienti di lavoro, che ha come obiettivo l'espulsione del soggetto
dal processo o dal mondo lavorativo.
Si possono avere due diverse forme di mobbing
a. MOBBING VERTICALE (quando implica la gerarchia organizzativa):
1. mobbing strategico: vale a dire quella forma di mobbing che viene usata
strategicamente dalle imprese (prevalentemente private) per promuovere l'allontanamento
dal mondo del lavoro di soggetti in qualche modo scomodi. Può trattarsi
di soggetti appartenenti ad una gestione precedente o assegnati ad un reparto
che deve essere dismesso, di soggetti divenuti troppo costosi (un senior costa
di più di due contratti di formazione lavoro) o che non corrispondono
più alle attese dell'organizzazione.
E' prassi frequente nelle imprese che hanno subito ristrutturazioni, fusioni,
cambiamenti che abbiano comportato un esubero di personale difficile da licenziare.
2. bossing: è la forma più frequente nella pubblica amministrazione.
La strategia dell’espulsione prende forma nell'intenzione del diretto
superiore e in questo caso è mirata piuttosto ad estromettere il soggetto
dal processo lavorativo (sono stati riferiti casi di mobbing della durata di
20 anni). Il soggetto mobbizzato infatti può rimanere in servizio anche
per tutta la durata della vita lavorativa.
L’obiettivo è quello di isolare la persona che si ritiene rappresenti
un pericolo o una minaccia, bloccargli la carriera, togliergli il potere, renderlo
innocuo. Nel bossing la competenza sociale e le caratteristiche di personalità
del mobber e della vittima giocano un ruolo decisamente importante.
3. down-up: è una forma di mobbing abbastanza rara. Si ha quando un gruppo
di collaboratori si coalizza per estromettere il capo, svuotando dall'interno
il suo potere.
5. MOBBING ORIZZONTALE:
è quello praticato tra colleghi, meno frequente in Italia, anche se si
cominciano a registrare i primi dati di cambiamento. Infatti la difficoltà
di occupazione, aggiunta alla mancanza di trasparenza nell'accesso a lavoro
e nello sviluppo di carriera, favoriscono una forte competizione in grado di
attivare alti livelli di aggressività e di destrutturare i rapporti relazionali.
Indici di disagio:
Esistono dei comportamenti ricorrenti che l'RLS può utilizzare come indicatori
di probabile rischio mobbing? Diverbi, litigi, scontri di opinione sono frequenti
in qualsiasi relazione, quindi a maggior ragione nel mondo del lavoro, ma nella
maggior parte dei casi i conflitti si risolvono e abbastanza rapidamente si
ristabilisce l'equilibrio. Quando ciò non accade e la situazione si trascina
nel tempo, subentra una modificazione del clima lavorativo in cui sospetto,
tensione, maldicenza diventano predominanti. Questo è il primo segnale
che può essere colto: un cambiamento di clima. Riportiamo qui di seguito
alcune tra le azioni mobbizzanti più significative che l'RLS può
verificare, suddividendole in 5 categorie (quelle indicate da Leymann) che possono
rappresentare una guida pratica per l’osservazione.
1. attacchi alla possibilità di comunicare:
a) il capo e/o i colleghi limitano le possibilità di esprimersi della
vittima;
b) viene sempre interrotto quando parla;
c) si fanno critiche continue al suo lavoro e alla sua vita privata;
d) gli si rifiuta il contatto con gesti o sguardi scostanti.
2. attacchi alle relazioni sociali:
a) il soggetto è costantemente isolato, non gli si rivolge la parola;
b) ci si comporta come se non esistesse;
c) viene trasferito in un ufficio lontano dai colleghi.
3. attacchi all’immagine sociale:
a) si sparla alle sue spalle;
b) lo si ridicolizza;
c) lo si sospetta di essere malato di mente;
d) si prende in giro un suo handicap fisico o la sua vita privata;
e) lo si costringe a lavori umilianti.
4. attacchi alla qualità della situazione professionale e privata:
a) non gli si affidano più compiti da svolgere o gli si affidano compiti
senza senso;
b) gli si affidano lavori molto al di sotto della sua qualificazione professionale
o molto al di sopra delle sue capacità per indurlo in errore;
c) gli si cambia continuamente mansione lavorativa;
5. attacchi alla salute:
a) lo si costringe a fare lavori che nuocciono alla sua salute; b) lo si minaccia
di violenza fisica;
c) gli si causano danni per svantaggiarlo;
d) gli si fa violenza fisica leggera o più pesante;
f) gli si mettono le mani addosso a scopo sessuale.
(pl)
continua …
(fonte ISPESL)
Igiene Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro, 2004-04-02