Il mobbing è causa di importanti effetti sulla salute della persona presa
di mira, in quanto esercitato a lungo ed in modo continuativo; queste conseguenze
sono soprattutto a carico del benessere psichico e psicosomatico.
Come fonte di stress, il mobbing, costituisce un “fattore lesivo sia per
la psiche che per il corpo, producendo alterazioni funzionali a vari livelli,
diversi da soggetto a soggetto.
I lavoratori sottoposti a violenza psicologica presentono un alto rischio di
sviluppare disturbi di ansia e di umore, con gli effetti tipici del disturbo
post-traumatico da stress, che riportiamo in tabella.
- presenza di fenomeni di iperallerta;
- pensiero concentrato in modo ossessivo sui problemi di lavoro con incubi,
flashback, etc.;
- fenomeni di evitamento, cioè comportamenti tesi od evitare ogni situazione
che ricordi il problema;
- disturbi di ansia, depressivi e dissociativi;
- possibilità di esiti a lungo termine.
La diagnosi di disturbo post-traumatico da stress inizia infatti ad essere accettata,
sia in sede psichiatrica che di medicina del lavoro e di medicina legale, nei
paesi dell1Europa del Nord e Centrale; in questi stati i tribunali del lavoro
hanno iniziato ad ammettere il fenomeno e ad emettere sentenze che riconoscono
il danno biologico da esso indotto.
La seconda diagnosi formulata come conseguenza del mobbing è quella di
disturbo dell'adattamento, sino ad ora diagnosi molto più frequente della
precedente. Questa diagnosi che a prima vista sembrerebbe penalizzare l'individuo
che non avrebbe capacità di adattamento, in realtà pone l'accento
più sulla situazione di lavoro che è così incongruo e negativa
da non consentire, anche nei soggetti normodotati, di mantenere attivi nel tempo
i meccanismi di adattamento. Sentimenti di ansia, depressione, impotenza e disagio
si associano ad una sensazione di vergogna e ad un atteggiamento, soprattutto
all’inizio, di autocolpevolizzazione e sfiducia in se stessi. L'individuo
entra così n un circolo vizioso che, poiché determina sempre maggiore
debolezza, provoca un ulteriore aumento della vulnerabilità.
Il disturbo dell’adattamento è caratterizzato da:
- fattori di rischio di intensità e durata inferiori a quelli riscontrati
nella prima diagnosi (quella di disturbo post-traumatico da stress);
- fenomeni clinici simili (ansia, depressione, etc.), ma di minore gravità;
- assenza di conseguenze permanenti (*).
(*) a questo proposito è però da segnalare che se la situazione
mobbizzante dura a lungo, come spesso si verifica, il disturbo tende a persistere
rendendo problematico valutare se si tratti di danno permanente o provvisorio.
(pl)
continua …
(fonte ISPESL)
Igiene Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di
Lavoro, 2004-03-31