rischio MOBBING
1. cosa è il Mobbing?

(ndr: da oggi riporteremo in 9 capitoli sul nostro giornale on line le informazioni di base per prevenire e contrastare il fenomeno del mobbing: sono informazioni riprese integralmente da un opuscolo informativo, realizzato dall’ISPESL in collaborazione con la Clinica de Lavoro di Milano e da CGIL, CISL, UIL Lombardia, rivolto a quanti si occupano di Prevenzione nei Luoghi di Lavoro e, in particolare agli RLS e RLST)

Una certa percentuale di mobbing probabilmente è stata sempre presente nelle organizzazioni. Chi non ha avuto esperienza di qualche “sgobbone” isolato dalla classe perché troppo bravo o dell'antipatia inspiegabile di un capo nei confronti di un collaboratore che qualunque cosa facesse non andava mai del tutto bene? La psicologia sociale ha studiato e descritto le dinamiche presenti nei gruppi (di lavoro e non) fin dagli anni 60: la canalizzazione dell’aggressività del gruppo verso alcuni individui, i conflitti, lo loro gestione, i meccanismi di espulsione dal gruppo ecc.. E la psicologia del lavoro, quelle dinamiche, verificate dal mondo delle imprese. In questi ultimi tempi, però, la realtà del lavoro è cambiata. Le trasformazioni organizzative (privatizzazioni, fusioni, ristrutturazioni, ecc.) vissute recentemente in Italia, l'informatizzazione, lo flessibilità del lavoro hanno comportato un esubero di personale, spesso non facilmente gestibile. Così il mobbing si sviluppa, generando prima inoccupati e diventando quindi una sorta di “scorciatoia” per le imprese che, in questo modo, riescono a dimissionare dipendenti divenuti scomodi. Ogni giorno, all'interno delle imprese, un certo numero di lavoratori abili, capaci, responsabili e motivati sopporta situazioni di molestie morali o, come è uso chiamarle in questi ultimi anni, di mobbing (una ricerca della Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro, con sede o Dublino, condotta tra il novembre '96 e il gennaio '97 in dieci paesi dell'Unione Europea attribuisce all'Italia il 4.2% di lavoratori coinvolti). Alcuni di loro abbandonano il lavoro, altri resistono fin che possono con costi altissimi per la loro salute fisica e psicologica e per l'equilibrio delle loro famiglie, per non parlare dei costi che il mobbing comporta alla collettività e paradossalmente anche alle stesse imprese. Questo opuscolo vuole aiutare i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (aziendali RLS e territoriali RLST) in quanto soggetti chiamati o collaborare alla salvaguardia del benessere dei lavoratori e quindi anche alla salvaguardia dei loro diritti, incluso il rispetto dello dignità di esseri umani e lavoratori. Vuol fornire le informazioni di base affinché i fenomeno del mobbing possa essere prevenuto o, almeno, precocemente riconosciuto. Solo quando questi comportamenti verranno correttamente definiti potranno essere combattuti, e solo quando l'informazione diventerà capillare a tuffi i livelli nel mondo del lavoro il mobbing uscirà dalla clandestinità e la vittima avrà il coraggio di parlarne senza vergognarsene e il mobbizzatore (in inglese, mobber) sarà individuoto e fermato.

Il mobbing è una forma di violenza psicologica che si attua in ambito lavorativo e che implica la presenza di un aggressore (mobber), rappresentato do una o più persone, di una vittima (il lavoratore aggredito e di spettatori (i colleghi di lavoro), che generalmente prendono le distanze dal malcapitato, nel timore di incorrere in ritorsioni personali. Viene esercitato attraverso una molteplicità di comportamenti e comunque, trattandosi di una aggressione morale, rappresenta una minaccia per l’integrità psico-fisica de la persona che ne è bersaglio.
Nello specifico possiamo definire il mobbing come una forma di maltrattamento deliberato e ripetuto neI tempo (almeno 6 mesi), da parte di un superiore (mobbing verticale o bossing) o di uno o più colleghi (mobbing orizzontale) che ambiscono ad un controllo sul bersaglio o addirittura alla suo distruzione. Sono descritti però anche sporadici casi di mobbing dal basso verso l’alto, quando un gruppo di subordinati si coalizza contro un superiore (i diversi tipi di mobbing sono esaminati più in dettaglio nel capitolo 7). Possono favorire l’azione del mobber i cosiddetti co-mobbers, cioè quegli individui psicologicamente conformisti, proni nei confronti delle gerarchie o delle forti personalità che tendono ad adeguarsi al gruppo o all’autorità non appena
vedono che questi ultimi aggrediscono un singolo. Questo adeguamento al capo è uno degli automatismi più frequenti: talvolta è sufficiente che uno o due soggetti carismatici si scaglino contro qualcuno, perché diversi altri individui deboli si schierino subito dalla parte del più forte, diventando così dei co-mobbers e scaricando a loro volta tutte le proprie frustrazioni sulla vittima.

Per approfondire…
Heinz Leymann, medico tedesco vissuto in Svezia, è stato il primo ricercatore a dare, negli anni ’80, una definizione completa di mobbing, quella che riportiamo qui di seguito.
“Il mobbing o terrore psicologico sul posto di lavoro è una modalità di comunicazione ostile e non etica diretta sistematicamente da uno o più soggetti verso un solo individuo che è così spinto e mantenuto in una situazione di impotenza. A causa della frequenza e della durata del comportamento ostile, questo maltrattamento porta a sofferenza mentale, psicosomatica ed a disagio sociale”.
Ma da un punto di vista non solo clinico è molto significativo un provvedimento legislativo svedese (1994), nel quale il comportamento di mobbing viene definito come “vittimizzazione” del lavoratore che comporta “azioni ricorrenti, censurabili o chiaramente negative che sono dirette contro singoli dipendenti in modo offensivo e possono sfociare nell’allontanamento (forzato) dal lavoro”.

Mobbing deriva dall’inglese “to mob” che significa attaccare, assalire, accalcarsi intorno a qualcosa o qualcuno. Konrad Lorenz, studiando il comportamento animale, ha coniato il termine mobbing per descrivere come un gruppo di uccelli attacchi un membro diverso per allontanarlo.
(continua…)

Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro, 2004-03-27