L’assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani, replica
ai Comitati cittadini di Falconara sulla questione della Raffineria
Api e dell’inquinamento del sottosuolo da idrocarburi. La posizione
dei Comitati - che chiamano direttamente in causa “le responsabilità
della Giunta regionale e, in particolare, dell’assessore Amagliani,
per il rinnovo della concessione” - sono state riprese oggi dalla
stampa.
“Come autorevolmente affermato dal presidente D’Ambrosio,
le pubbliche amministrazioni serie governano con gli strumenti del possibile
e dentro le regole giuridiche date. Sicurezza, salute, ambiente, lavoro
sono gli obiettivi centrali e i parametri di riferimento della Regione
anche nella vicenda API, che ha avuto ed ha uno specifico andamento
tecnico, ma anche giuridico-legale ed amministrativo su cui, con consapevole
demagogia ed ampia disonestà politica, i cosiddetti comitati
cittadini continuano a girare le carte.
All’inizio della mia attività di assessore all’Ambiente
mancavano solo 40 giorni per il rinnovo anticipato all’API con
lo strumento del silenzio-assenso, il che sarebbe automaticamente avvenuto
senza poter inserire alcuna prescrizione e senza possibilità
di costruire impegni e scadenze tramite il Protocollo d’Intesa.
Tutto ciò legittimamente, grazie a norme statali e non regionali,
che regolamentano il settore petrolifero.
La prima azione svolta quindi, è stata quella di abbinare il
ruolo dell’assessorato regionale all’Ambiente alle altre
strutture competenti della Giunta regionale, allungando i tempi e costruendo
un percorso complesso e negoziale, che era ed é inevitabile nel
contesto giuridico delle norme vigenti.
Su questo punto cruciale, le diverse componenti tecnico-amministrative
e legali dell’apparato regionale hanno indicato lo scenario operativo,
al cui interno esercitare le diverse opzioni della politica, escludendo
in quanto non praticabile, l’ipotesi del rinvio ulteriore o del
diniego della concessione.
In questo quadro, che non prevede l’uso giuridico strumentale
delle norme sulla bonifica come grimaldello per negazioni o rinvii,
ed inoltre, assolutamente certi che comunque sarebbe comparsa una forma
di avocazione ministeriale della competenza, si é avviato il
difficile lavoro sulle prescrizioni e sui contenuti del Protocollo d’Intesa
con l’API.
E’ bene ricordare alle istituzioni e ai cittadini attenti, che
fino ad allora, sono stato l’unico capogruppo consiliare della
maggioranza regionale a chiedere di discutere la questione API in modo
approfondito e completo, che significa appunto mettere nella giusta
considerazione la sicurezza, l’ambiente, la salute, il lavoro.
In questi quattro ambiti, siamo quotidianamente impegnati: con le strutture
dell’assessorato, l’Arpam, i Vigili del Fuoco, la Prefettura,
il consulente sullo studio epidemiologico, la Svim per il piano di risanamento
dell’intera area a rischio di crisi ambientale, l’Università
di Ancona per il piano energetico ambientale regionale, ANAS e RFI per
le grandi infrastrutture, le società dei servizi di rete per
l’innovazione tecnologica nel territorio. Si tratta di un lavoro
complesso ed organico che ha pochi confronti in Italia per aree con
caratteristiche simili, di cui la Regione Marche e questo assessorato
possono essere sicuramente orgogliosi. Perché allora non riconoscere
anche il mio personale impegno per aver fortemente voluto la redazione
di un PEAR e di uno studio epidemiologico che è già in
corso di realizzazione?
E nessuna disattenzione o sottovalutazione si sta consumando sulla bonifica
dei suoli, poiché non c’é dubbio che proprio i tecnici
regionali e quelli dell’ARPAM sono i protagonisti rigorosi dell’opera
in corso sulla caratterizzazione dei suoli e sugli interventi di recupero
del surnatante, così come sul rischio di inquinamento dell’Esino
e delle falde. Correttezza, trasparenza e rigore, quindi, ma anche rispetto
dei quadri normativi e piena collaborazione e fiducia nell’operato
del NOE e della Magistratura.
La struttura dell’assessorato ed io in prima persona assumiamo
le responsabilità tecniche e politiche dei propri ruoli, all’interno
di una decisione e di un percorso pienamente condiviso dall’intera
maggioranza del Governo regionale. E vale la pena di ricordare che è
composta dalle stesse forze politiche con governano il Comune di Falconara
Marittima.
A fronte di tutto ciò, in ossequio al principio di obiettività,
mi chiedo: perché puntare l’indice esclusivamente su chi
ha messo in essere tutto ciò che era in grado di fare, giuridicamente
e amministrativamente, assumendosi responsabilità che andavano
ben oltre il proprio ruolo, evitando scientemente di analizzare anche
i comportamenti dei molti altri artefici di questa complessa vicenda?
Demagogia, confusione, strumentalizzazione e disonestà politica
non condurranno certo agli obiettivi possibili e concreti dello sviluppo
sostenibile che, ritengo, resta il primario interesse dei cittadini
falconaresi”.
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro,
2004-02-27