Migliorare la produzione agricola e la sicurezza alimentare nella zona
di Buya, un’area geografica dell’Eritrea (Regione Nord del
Mar Rosso) tra le più aride del mondo. È l’obiettivo
di un progetto, presentato nella sala consiliare del Comune di Macerata,
promosso dalla Regione Marche e dall’Iscos (Istituto sindacale
di cooperazione allo sviluppo, un’organizzazione non governativa
fondata dalla Cisl), che vede l’adesione di diversi organismi
istituzionali marchigiani: Provincia e Comune di Macerata, Provincia
di Ancona, Camera di commercio di Ancona, Coldiretti, Legacoop, Consorzi
idrici del Tennacola e Gorgovivo, Banca delle Marche. L’iniziativa
di cooperazione allo sviluppo consiste nella deviazione di un corso
d’acqua stagionale e nella costruzione di una rete di bacini e
di canali per irrigare 250 ettari di terreno coltivabile, attualmente
sott’utilizzati per carenza idrica (mediamente, nella zona, cadono
sui 100 millilitri di pioggia all’anno), Inoltre sarà curata
la formazione degli agricoltori locali e verranno distribuite sementi
selezionate, insieme a fertilizzanti e attrezzi agricoli. Verrà
anche donato un molino per la macinatura del grano. La popolazione eritrea
beneficiaria, di etnia Afar e Saho, è stimata in oltre 4 mila
persone. Il progetto ha una durata di 14 mesi (aprile 2004 – giugno
2005) e un costo di 330 mila euro: una parte coperta dai partner istituzionali,
un’altra sostenuta dai privati e dai cittadini marchigiani, che
possono versare il loro contributo a favore dell’Iscos. Trattandosi
un’organizzazione Onlus, i versamenti sono deducibili e possono
essere effettuati o tramite CCP n° 17541608 o con bonifico su CC
n° 3658 della Banca delle Marche (Causale: Iscos Marche Onlus –
Progetto Buya).
“Da Macerata – ha sottolineato l’assessore regionale
Giulio Silenzi – parte un percorso di sensibilizzazione che interesserà
tutta la regione. Attraverso la sottoscrizione intendiamo coinvolgere
i marchigiani ai problemi dello sviluppo dell’Africa, per avviare
un rapporto più stretto con chi ha bisogno di tutto. È
anche questo un modo corretto per costruire un ordine economico mondiale
più giusto e più umano, dove la ripartizione delle risorse
naturali, prima fra tutte l’acqua, risponda a principi di equità.
I problemi dell’Africa sono anche nostri e i flussi migratori
ce lo testimoniano. Il nostro aiuto va alle popolazioni e non ai governi
locali”.
Il vicesindaco di Macerata, Lorenzo Marconi, ha sottolineato la necessità
di sviluppare rapporti di collaborazione tra i popoli, attraverso progetti
concreti di sostegno delle nazioni più in difficoltà.
Marco Bellardi, dirigente regionale servizio Cooperazione allo Sviluppo,
ha ribadito come quella marchigiana sia una cooperazione decentrata,
condivisa cioè dalle popolazioni interessate, perché concertata
e rispettosa delle specifiche esigenze locali. Per questo motivo gli
interventi promossi dalla Regione vedono la partecipazione finanziaria
(cofinanziamento) degli organismi internazionali, quali l’Onu,
l’Unione europea e le Banche mondiali. Nel 2003 le Marche hanno
destinato alla cooperazione allo sviluppo 1 milione e 100 mila euro:
600 mila per le spese correnti (tra cui le quote annuali dei progetti
avviati negli anni precedenti) e 500 mila per gli investimenti. Le aree
interessate sono i Balcani, l’America Latina, l’Africa e
il Medio Oriente.
Fausto Mazzieri (Iscos Marche) ha illustrate le fasi operative del progetto,
inviando i marchigiani a sostenere l’Eritrea: “Un pezzo
d’Italia in Africa”.
All’incontro sono intervenuti anche Luigi Mansnari (Coldiretti
Macerata) e Roberto Toninel
(Banca Marche).
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro,
2004-02-26