L'inquinamento acustico, definito come l'introduzione di
rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare
fastidio, disturbo alla quiete pubblica e pericolo per la salute umana,
è particolarmente presente in ambiti territoriali ad intensa attività
umana e in passato è stato trascurato sottovalutandone gli effetti
nocivi rispetto ad altre forme di inquinamento, come ad esempio quello
chimico. Per fortuna, anche se in ritardo, oggi abbiamo preso coscienza
degli effetti del rumore che possono provocare non solo danni irreversibili
all'apparato uditivo, ma a tutto il sistema sensoriale con ripercussioni
anche gravi sugli organi e sulla sfera psichica. Per questo anche il legislatore
si è attivato con leggi specifiche che vanno dal DPCM 1 marzo 1991
alla recente legge quadro sull'inquinamento acustico del 26 ottobre 1995
n. 447. In tale legge sono fissate le finalità, definiti i concetti
fondamentali (inquinamento acustico, sorgenti sonore, valori limite di
emissione, di immissione, di attenzione e di qualità) e stabilite
le competenze dello Stato, delle Regioni e dei Comuni. La 447/95 assegna
alle Regioni importanti funzioni di coordinamento, controllo e, in particolare
per quanto riguarda la zonizzazione acustica del territorio e il risanamento,
le Regioni devono indicare i principi e i criteri generali per la redazione
dei piani di classificazione e di risanamento acustico dei territori comunali.
In questo ambito la Regione Marche, con la D.G.R. n. 425 del 28 febbraio
2.000 (pubblicata sul BUR n. 33 del 28 marzo 2.000), ha approvato lo studio,
elaborato dal dipartimento di energetica dell'Università di Ancona,
finalizzato alla definizione delle linnee guida per la classificazione
acustica e per la predisposizione dei piani di risanamento relativi alla
riduzione del danno ambientale e a tutela della salute umana. Tali piani
devono essere redatti dai Comuni con suddivisione del territorio in aree
omogenee, sotto il profilo acustico, per le quali vengono poi fissati
i limiti di rumore ammissibili di emissione, immissione, attenzione e
di qualità. La classificazione del territorio deve essere fatta
in base al DPCM 14 novembre 1997, tab. A e cioè:
aree particolarmente protette, aree prevalentemente residenziali, aree
di tipo misto, aree ad intensa attività umana, aree prevalentemente
industriali, aree esclusivamente industriali.
La tab. B dello stesso DPCM 14 novembre 1997 fissa i valori limite diversificati
per aree omogenee e relativi al tempo di riferimento diurno (dalle ore
6 alle ore 22) e notturno (dalle ore 22 alle ore 6). Amministrazioni locali
e servizi ambientali dei vari Comuni impegnati quindi per dare attuazione
alla D.G.R. 425/2.000 al fine di poter poi intervenire con la fase di
risanamento e bonifica. Nella nostra zona i Comuni di San Benedetto e
Grottammare hanno già provveduto a classificare il territorio e
si attende ora che venga data attuazione al PUT (piano traffico urbano)
e alla fase di risanamento e regolamentazione delle sorgenti sonore fisse
e mobili con interventi alla fonte e mediante barriere acustiche artificiali
con materiali fonoassorbenti.
Pietro Lucadei
ambiente, prevenzione e sicurezza - S. Benedetto T., 2000-05-15
|