GRUPPI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE
Convegno nazionale a San Benedetto


"La protezione civile siamo noi: fatti e non parole". Questo e il sunto del convegno svoltosi nella nostra città, il 22 gennaio scorso, con lo scopo di sensibilizzare le amministrazioni locali sulla costituzione di gruppi comunali di protezione civile, formati da cittadini residenti, con compiti di prevenzione ed operativi sul territorio comunale o intercomunale. Dopo i saluti delle autorità, portati dal presidente della provincia di Ascoli P. Colonnella e dal vice sindaco di San Benedetto Gaspari, il convegno e stato aperto dall'assessore regionale alla protezione civile Di Odoardo, il quale ha elencato i compiti principali dei gruppi comunali. In primo luogo, per una regione come le Marche, caratterizzata da un territorio a rischio di frane e cedimenti dei centri storici oltre al rischio sismico e al dissesto idrogeologico, e importante fare prevenzione. Redigere, quindi, ed aggiornare mappe di rischio del territorio che consentono di stabilire i piani comunali e provinciali di protezione civile con linee guida e procedure operative per un rapido intervento e risposte precise alle esigenze primarie della popolazione colpita. L'assessore ha insistito sull'importanza dell'aggiornamento delle mappe di rischio, fondamentali perché muta continuamente il comportamento dell'uomo e delle sue attività sul territorio. E questo e solo il primo passo perché si sta cercando di mettere in rete informatica tutte le esperienze acquisite nelle varie regioni per ottimizzare le procedure in una proiezione nazionale. Cecconi, del servizio protezione civile della regione Marche, ha ribadito la validità del nuovo concetto di protezione civile basato sulla diffusione del volontariato sul territorio per avere risultati concreti in tempi mediobrevi. A tale scopo, nelle quattro province marchigiane, sono stati fatti dei corsi di formazione ed informazione ai responsabili comunali di protezione civile e la partecipazione e stata molto alta (86%). Si prevede di costituire 246 gruppi comunali che dovranno essere coordinati e, per questo, e stato deliberato dal consiglio regionale un regolamento che sarà aggiornato, in base all'esperienza acquisita, e poi trasformato in legge. Un grosso aiuto e venuto dai contatti con gli esperti della regione Friuli Venezia Giulia che hanno già razionalizzato il tutto con una legge regionale. Nella stessa ottica si sono espressi i relatori intervenuti da altre regioni: la responsabile nazionale del settore volontariato Cologgi, il responsabile del coordinamento del volontariato della regione Toscana Celebrini e l'assessore alla protezione civile del Friuli Venezia Giulia Ciani. La risposta dei marchigiani sembra ottima e i numeri vanno dai 16 gruppi comunali costituiti nel 1998 (6,5%) ai 40 del 1999 (16,2%) con circa 450 volontari. Sono percentuali incoraggianti e la previsione per il 2000 sono 64 gruppi (26%). Quelli già costituiti sono 8 ad Ancona, 6 a Pesaro, li a Macerata e 15 ad Ascoli P. che in dettaglio sono a Massignano, Folignano, Cupramarittima, Campofilone, Pedaso, Smerillo, Appignano, Montegallo, Montefiore, Ascoli, 5. Elpidio, Palmiano, Montottone, Montemonaco, Montegranaro. In un momento in cui lo scandalo dilaga da Valona a Comiso e a Perugia, con arresti ed indagati, vi sono ancora per fortuna slanci di altruismo con una risposta al volontariato molto alta e, oltre ai normali cittadini, anche 150 su 200 medici di pronto soccorso delle marche si sono associati per essere pronti a dare il loro contributo in ogni evenienza. La Feder.pro.civ. a sua volta prende le distanze dalle mele marce e continua per la sua strada con questa nuova ottica del decentramento dei gruppi di intervento. Saranno cosi gli stessi cittadini a fare prevenzione e protezione con il vantaggio della conoscenza del loro territorio e dei relativi rischi per un intervento rapido in caso di calamità.
S. Benedetto T., 22 gen 2000

Pietro Lucadei