"mobbing e dintorni"
due giornate di studio all'AUSL 12

 

Il 13 e 14 febbraio, presso la sala convegni dell'AUSL 12, si sono svolte due giornate di studio relative ai rischi psicologico-organizzativi in ambito ospedaliero e ricaduta sul paziente. Il corso, organizzato dal Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale nell'ambito dell'attività formativa ed informativa per i dipendenti, è stato tenuto da esperti dell'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) ai sensi dell'art.24 del D. L.vo 626/94 sull'informazione, consulenza, assistenza. Molti gli argomenti trattati ed in particolare: mobbing, burnout, psiconeuroimmunologia. Tutti temi di attualità che sono stati studiati in un confronto aperto tra i coordinatori di ruolo sanitario dell'azienda e gli esperti ISPESL Dr.ssa P. Deitinger, Dr. G. Bertagnolio, Dr. S. Iavicoli. Si è visto come dal mobbing e dal burnout scaturisca lo stress e come sia poi breve il passo che va dallo stress alla malattia. Per gli operatori della sanità, in particolare, questi rischi diventano gravi anche per la ricaduta che si potrebbe avere sui pazienti. A questo scopo, tramite lavori di gruppo e discussioni, sono state studiate le misure preventive per evitare l'insorgere dei fenomeni e le misure attuative per tutelare il disagiato. Mobbing e burnout sono in forte crescita e danneggiano anche l'azienda con una diminuzione di produttività stimata oltre il 15%. Il datore di lavoro e il sindacato devono vigilare ed attivarsi per prevenire tali fenomeni ed adottare le misure per tutelare l'integrità psicofisica del lavoratore. Per quanto riguarda il mobbing, in particolare, ricordiamo che, nell'attesa dell'approvazione della legge specifica in discussione alla camera che allineerà l'Italia agli altri paesi europei, il mobbizzato è tutelato dall'art.2087 del codice civile che prevede, tra i compiti dell'imprenditore, "l'adozione di misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale del lavoratore". Il mobbing è più diffuso di quanto dicano i dati a disposizione perché sono ancora molte le persone che non vengono allo scoperto denunciando i torti subiti o per ricorrere in giudizio a risarcimento del danno biologico. E' auspicabile che anche nella nostra zona si realizzi un punto di ascolto, quale riferimento per l'utente in disagio che potrà così colloquiare con persone qualificate e ricevere formazione, informazione, comprensione ed assistenza.


Pietro Lucadei


prevenzione e sicurezza sul lavoro - S. Benedetto T., 2001-02-15