Il lavoro sommerso e la scarsa valutazione dei rischi
cause dei numerosi infortuni

I primi risultati dei controlli integrati portati avanti dagli enti competenti per la tutela della sicurezza sul lavoro, dagli enti previdenziali e dalle forze dell'ordine e della finanza ci mostrano un triste spaccato delle dimensioni del lavoro irregolare e sommerso. Il 60% dei lavoratori delle aziende ispezionate nel 1° semestre 2000 è risultato irregolare; infatti, su circa 4000 dipendenti delle 600 imprese controllate sono stati riscontrati oltre 2400 casi irregolari. Grave appare il fenomeno del lavoro sommerso con oltre il 20% di lavoratori in nero, spesso extracomunitari e molti minori. E' necessario reprimere queste situazioni, sia per la sicurezza dei lavoratori sia nell'interesse delle aziende regolari che subiscono la concorrenza sleale di quelle che lavorano in nero. Dagli accertamenti emerge anche il fenomeno della mancata valutazione dei rischi, del non aggiornamento periodico del documento relativo e la non ottemperanza agli adempimenti previsti. Spesso, infatti, chi ha elaborato il documento prescritto dalla 626/94 lo ha poi "dimenticato" in uno scaffale senza adempiere quanto previsto per eliminare o ridurre al minimo i rischi. Arriva poi, è cronaca di ogni giorno purtroppo, l'infortunio, più o meno grave o mortale, ad evidenziare le inadempienze. Ricordiamo che l'art.4 della 626/94 obbliga il datore di lavoro ad elaborare ed aggiornare periodicamente il documento di valutazione dei rischi e questo è un obbligo non delegabile. Al contrario qualcuno crede di togliersi le responsabilità delegando il compito al responsabile del servizio prevenzione e protezione che ha invece un ruolo puramente consultivo e di indirizzo. Alcuni datori di lavoro devono convincersi che la sicurezza va trattata come uno dei tanti altri casi aziendali dei quali l'imprenditore si occupa anche se privo di specifiche competenze come, ad esempio, un bilancio che lui firma con responsabilità anche se redatto da altri per suo conto e su suo incarico. Anche per la sicurezza quindi il datore di lavoro provvederà ad elaborare il documento della valutazione dei rischi in collaborazione con il responsabile del servizio prevenzione e protezione (la scelta del quale è una sua competenza non delegabile), con il medico competente (quanto prevista la sorveglianza sanitaria) e tramite la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Dopo la valutazione dei rischi il datore di lavoro deve disporre ed accertarsi che siano effettuati gli adempimenti per l'eliminazione o per la riduzione al minimo dei rischi e rielaborare periodicamente il documento di valutazione specialmente in occasione di variazioni del processo produttivo o dell'introduzione di nuovi macchinari. Tutto questo in base alla consapevolezza che investire in sicurezza conviene anche dal punto di vista economico oltre che morale.


Pietro Lucadei

prevenzione e sicurezza sul lavoro - S. Benedetto T., 2000-11-02