Nell'attesa della legge quadro, in fase di approvazione,
la normativa vigente sui campi elettromagnetici prevede i limiti di esposizione
per la popolazione stabiliti dal decreto del ministero dell'ambiente n.381
del 10 set 1998 per le emissioni derivanti dalle reti radiotelevisive,
radar, telefonia mobile, ecc. e dal DPCM 23 apr 1992 per la regolamentazione
delle esposizioni dovute ai tralicci di alta tensione ed alle cabine di
trasformazione. Per i lavoratori coinvolti in attività che li espongono
a campi
Elettromagnetici vige quanto previsto dal D.L.vo 626/94 che impone la
valutazione e la riduzione al minimo dei rischi ai fini preventivi. La
carenza di sicurezza deriva dal fatto che, mentre sono noti alcuni effetti
acuti o a breve termine, non si è certi delle ripercussioni sulla
salute per esposizioni a lungo termine ai campi elettromagnetici. Il contesto
in cui dovrà operare la nuova legge quadro troverà dislocati
sul territorio gli impianti di ricetrasmissione sempre più nelle
vicinanze delle aree abitate e, per la telefonia mobile, addirittura nelle
zone residenziali, sui tetti degli edifici più alti. E' assurdo
comunque che si permetta ad ogni gestore di costruire la sua rete di celle
per cui si hanno reti parallele quando si potrebbe avere una sola rete
efficiente gestita in roaming dai diversi gestori. Per quanto riguarda
gli elettrodotti ad alta tensione, dei quali sono noti gli effetti nocivi
sulla salute della popolazione infantile, è prioritaria la loro
delocalizzazione per scongiurare tali pericoli. Per le esposizioni ai
rischi possiamo quindi fare le seguenti distinzioni.
- lavoratori esposti a rischio professionali
Questi lavoratori devono essere sufficientemente formati ed informati
sulle modalità operative corrette per ridurre al minimo le esposizioni
in caso di operazioni nelle vicinanze di impianti attivi. In base al D.L.vo
626/94 deve essere prevista una adeguata sorveglianza sanitaria ed un
monitoraggio epidemiologico. Spesso in questi settori operano molte microaziende
che in alcuni casi, per la loro dimensione, non sono obbligate alla notifica
del documento di valutazione dei rischi e, quindi, è difficile
il loro controllo.
- esposizioni ambientali non professionali
Sono coinvolti i cittadini che vivono in zone a rischio senza essere informati
rispetto alle specificità dei rischi cui sono indebitamente esposti
e che, a differenza dei lavoratori, non sono neanche assicurati per tali
rischi. Negli ultimi tempi comunque si sono formati dei comitati di cittadini
nell'interesse comune per la prevenzione di un bene costituzionalmente
tutelato che è la salute.
- esposizioni dei consumatori
Una ulteriore distinzione va fatta per i consumatori di apparecchiature
che producono campi elettromagnetici. Mentre per i telefonini nei manuali
di istruzione compaiono raccomandazioni a non abusare dell'uso dello strumento
per altri prodotti come asciugacapelli, microonde ed altri elettrodomestici
non vi sono particolari inviti ad un loro uso ridotto.
Manca dunque una corretta informazione ed anche la necessaria segnaletica
di sicurezza per limitare l'accesso agli impianti e l'uso ai soggetti
a rischio quali portatori di pace maker, portatori di protesi metalliche,
donne in gravidanza, donne portatrici di spirali intrauterine (IUD), ecc.
E' necessario inoltre mantenere alto e continuo il livello di attenzione
da parte dei comitati cittadini per ottenere il rispetto delle norme,
il risanamento e la delocalizzazione degli impianti per la tutela della
salute, in special modo dei soggetti a rischio che, come sempre, sono
anziani e bambini.
Pietro Lucadei
S. Benedetto T., 2000-12-04
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