Le battaglie degli ambientalisti e dei vari comitati di
cittadini per la lotta contro l'elettrosmog hanno avuto la meglio contro
l'inerzia del legislatore su questi temi molto importanti per la tutela
ambientale e della salute. Si è in attesa infatti dell'approvazione
di una legge quadro, già all'esame del Senato, per uniformare questa
materia attualmente disciplinata dal DPCM 23 aprile 1992 sui limiti di
esposizione dei campi elettromagnetici e dal più recente D.M. 381/98
sui tetti delle radiofrequenze compatibili con la tutela della salute
umana. Purtroppo la legislazione vigente attribuisce competenze autorizzative,
di controllo e vigilanza degli impianti con procedure e meccanismi intricati
ed effetti inadeguati per la garanzia ambientale e sanitaria: questo proprio
perché la legge, giunta in ritardo, si è inserita in un
contesto preesistente. Il D.M. 381/98 ha comunque stabilito che dopo il
censimento degli impianti si dovrà procedere ad un risanamento,
in base a dei piani concertati con le sedi competenti regionali e comunali
di ambiente e sanità, tenendo sempre presente il principio della
prevenzione. Prevenzione e risanamento quindi, certamente più efficaci
della repressione e del sequestro degli impianti, con soluzioni che consentano
da un lato di continuare le trasmissioni e dall'altro di tutelare la salute
e l'ambiente. La nuova legge quadro distingue e chiarisce molto bene,
in particolare, le parti relative alla tutela sanitaria, ambientale e
paesaggistica, tecnologica, limiti di esposizione a breve e a lungo periodo,
ai valori di attenzione, ai valori di qualità e al rapporto tra
competenze statali, regionali e comunali. Certo i primi numeri scaturiti
dai monitoraggi, coordinati dal ministero dell'ambiente, non sono incoraggianti:
in Italia sono oltre un centinaio i punti con emissioni superiori al limite
legislativo e ben cinque nella nostra regione, tra i quali anche Colle
S. Marco di Ascoli P. e Montesecco di Grottammare, che aspettano soluzioni
immediate di risanamento. Sono da considerare poi anche tutti gli altri
impianti posti a distanza inferiore ai cento metri prescritti da scuole,
asili e case di cura: ricordiamo, per la zona di San Benedetto del Tronto,
l'elettrodotto che lungo il Fosso delle Fornaci sovrasta di pochi metri
scuole e civili abitazioni per il quale si attende da anni l'interramento
dei cavi. Nel 1999 molte regioni e comuni avevano approvato, in base al
D.M. 381/98, delle proprie normative con limiti diversi e la conseguenza
di un effetto non uniforme sul territorio nazionale. Per questo la legge
quadro, in arrivo per la prossima estate, era attesa e necessaria in un
contesto di incertezza sugli effetti a lungo termine dell'inquinamento
elettromagnetico che richiede il massimo della precauzione e cautela per
tutelare ambiente e salute.
Pietro Lucadei
S. Benedetto T., 2000-05-08
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