AUTOBETONIERE
la manutenzione interna causa molti infortuni

La sicurezza in edilizia è un problema molto vasto e quindi va analizzato a secondo del settore lavorativo in considerazione. Tra i tanti è poco considerato, anche dal punto di vista legislativo, il lavoro svolto dalle autobetoniere che causano ogni anno parecchi infortuni mortali. Molti di questi accadono durante il lavoro di rimozione dei residui di impasto all'interno del tamburo. Anche per ragioni di spazio ci limiteremo a discutere solo i problemi relativi a questi infortuni tragici, trascurando gli altri pericoli presenti nelle autobetoniere, anche se gravi, quali ad esempio il rischio elettrico, il rumore, il contatto con le pale di mescolamento, ecc. L'interno del tamburo di autobetoniere è soggetto alla formazione di depositi di calcestruzzo, aderenti alla parete e agli organi di mescolamento, provocati dal consolidamento dei residui di impasto che rimangono nella botte dopo lo scarico. Ciò determina che periodicamente gli operatori devono provvedere alla pulizia straordinaria interna entrando nel tamburo e frantumando i residui con l'ausilio di martelli pneumatici. Purtroppo questa operazione, necessaria per non compromettere la funzionalità del mezzo, comporta rischi specifici molto gravi e spesso mortali dovuti sia alla inosservanza delle procedure operative che alla mancanza dei pulsanti di emergenza idonei o alla manomissione degli stessi dispositivi di sicurezza. Durante un convegno sull'argomento, tenutosi nei mesi scorsi alla ASL 2 di Milano, è stato dimostrato come la quasi totalità degli infortuni mortali si sono verificati con il tamburo in rotazione e la presenza dell'operatore all'interno che con la pulsantiera aveva impresso il movimento non riuscendo poi a fermarlo per caduta o altri motivi. Come mai gli operatori decidono di entrare nel tamburo senza aver provveduto alla messa in sicurezza meccanica e disattivando i comandi ma portandosi dietro addirittura la pulsantiera? E' evidente una sottovalutazione del rischio che lascia presupporre scarsa formazione e informazione insieme ad una eccessiva confidenza nelle proprie capacità per accorciare i tempi di lavoro. Vi è poi la causa grave della manomissione dei dispositivi di sicurezza: si pensi al prolungamento del cavo di connessione della pulsantiera che comanda la rotazione del tamburo, modificata deliberatamente per consentire all'addetto di introdurre la stessa all'interno della botte. Dalle conclusioni del convegno milanese giungono molte proposte riguardanti gli aspetti connessi con i dispositivi di sicurezza, con le procedure operative e con la formazione ed informazione degli addetti. Tra i più importanti pulsanti di sicurezza sono quelli di arresto e il dispositivo di reset delle funzioni con sicurezza del tipo "a uomo presente". I pulsanti devono essere chiaramente identificati, di colore rosso e situati nella cabina di guida, sulla fiancata, sul retro del camion ed ovviamente sulla pulsantiera. Analogo dispositivo di arresto della rotazione con riarmo del tipo "a uomo presente" deve essere posizionato sotto il sedile di guida: in tal modo si renderebbero impossibili gli azionamenti del tamburo, come avvenuto in quasi tutti gli incidenti registrati, o perlomeno si renderebbe obbligatorio la presenza di una seconda persona. Tale dispositivo renderebbe inutile la presenza della pulsantiera esterna che, facilmente modificabile allo scopo di portarla all'interno del tamburo, costituisce il principale elemento di pericolo. Per quanto riguarda la formazione e l'informazione si propone di dare agli addetti dei patentini rilasciati dopo appositi corsi propedeutici. La revisione del mezzo, che viene eseguita annualmente ma solo per la parte relativa alla circolazione stradale, andrebbe estesa per verificare anche la betoniera ed essere effettuata presso officine autorizzate ed accreditate allo scopo. Le autobetoniere poste in commercio di recente sono dotate di sistemi più o meno complessi la cui concezione di fondo è quella di ridurre drasticamente le probabilità di accadimento degli infortuni (oltre ai citati dispositivi di sicurezza si pensi alla griglia di protezione sulla tramoggia di carico, al blocco della canala ribaltabile ed al maniglione anticesoiamento) ma poi tutto si vanifica se tali dispositivi vengono manomessi. Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro si osserva che la pulizia quotidiana ad acqua del tamburo spesso non viene effettuata per dare spazio ad un maggior numero di consegne. Certo la remunerazione del trasporto aumenta in rapporto al numero di viaggi effettuati nella giornata ma si può essere competitivi anche sfruttando i tempi morti. Alcune case costruttrici consigliano a tale scopo di sostituire il lavaggio a fine giornata mantenendo il tamburo in rotazione nel senso del carico, con acqua all'interno, durante il rientro verso il luogo di produzione del calcestruzzo. Tale lavaggio contribuisce a ridurre sensibilmente il numero e la consistenza degli interventi straordinari per la rimozione dei residui diminuendo di conseguenza le occasioni e i tempi di esposizione ai rischi specifici: e quando tali rischi possono causare la morte non è cosa di poco conto. Per gli operatori che disattendono le misure di sicurezza ricordiamo che la 626/94 definisce che ogni lavoratore deve essere parte attiva della sua e dell'altrui sicurezza e non il contrario.

Pietro Lucadei


Ambiente, prevenzione e sicurezza - S. Benedetto T., 09 mar 00