Saldi, è iniziata la corsa.

Attesa un po' da tutti - consumatori che hanno resistito alla tentazione di comprare merce a prezzo pieno e commercianti desiderosi di recuperare sulle vendite rimaste un po' sottotono rispetto alle previsioni – scatta la stagione dei saldi. Saranno settimane di ricerca frenetica del grande affare o semplicemente del capo di abbigliamento o del paio di scarpe che da listino non ci si sarebbe potuti permettere. E come sempre sono i primi giorni quelli che si annunciano più convulsi.
Hanno aperto le danze Napoli, Torino,Venezia e Milano mentre altre città hanno deciso di attendere la fine delle feste e di partire con i listini tagliati solo da questo weekend o addirittura, come nel caso di Roma e Palermo, da quello successivo. Nello spazio di un paio di settimane, in ogni caso, i negozi di tutta Italia saranno pronti ad offrire alla clientela prezzi d'occasione sulla collezione autunno-inverno. «Dopo una stagione che si è conclusa con un calo delle vendite per le piccole e medie imprese del 15% rispetto all'anno precedente - afferma Alfredo Ricci, presidente della Fismo, l'organizzazione del settore moda della Confesercenti - auspichiamo che il periodo dei saldi contribuisca almeno a recuperare parte delle perdite».
Le associazioni dei consumatori invitano, invece, i cittadini a stare attenti alle possibili fregature. I capi scontati fanno gola ma per evitare brutte sorprese meglio adottare alcuni accorgimenti. Tra i rischi maggiori c’è quello di vedersi rifilare merci non di stagione (fondi di magazzino degli anni precedenti recuperati per l'occasione) o di trovarsi di fronte a prezzi fintamente ribassati. Per questo le associazioni consigliano di girare per negozi prima dell'avvio ufficiale dei saldi per memorizzare prodotti e prezzi pieni, così da poter valutare se le merci e i prezzi proposti con i ribassi sono veramente affari o solo specchietti per le allodole. La legge, tuttavia, fissa una regola ben precisa a riguardo: l’obbligo per i negozianti di indicare sui cartellini il prezzo normale di vendita, la percentuale di sconto e il prezzo finale ridotto. Un altro rischio per i consumatori è quello della qualità dei prodotti in vendita. Quelli difettosi o non a norma devono essere restituiti. I commercianti hanno l’obbligo di riparare o sostituire i capi, oppure, nel caso ciò non risulti possibile, di ridurre o restituire il prezzo pagato.

Giovanna Sechini

primo piano, 2006-01-09