Terremoto in Pakistan
Mansehra - nell’ospedale da campo della Regione Marche si assistono
250-300 persone al giorno.
Il Presidente elogia il lavoro svolto dal sistema regionale della Protezione civile e dai volontari.
SPACCA: “SIAMO ORGOGLIOSI DI AVER ALLEVIATO LE SOFFERENZE DELLA POPOLAZIONE DEL PAKISTAN”
Cinquecentottantaquattro ricoveri, di cui un quarto pazienti
con età inferiore ai 14 anni, diciottomila prestazioni ospedaliere
ed esterne, con interventi chirurgici, ingessature, visite e medicazioni:
questo, in sintesi, il bilancio di poco più di due mesi di attività
dell’ospedale da campo che la Regione Marche ha allestito a Mansehra,
nel Pakistan, subito dopo il terremoto dell’8 ottobre. Un’attività
incessante di soccorso e di assistenza, in media 250-300 persone al giorno,
che è diventata un punto di riferimento sanitario fondamentale per
alleviare le sofferenze della popolazione locale, in mancanza dell’unico
ospedale cittadino, andato completamente distrutto dal sisma e per la posizione
strategica della città, distante appena 70 chilometri dall’epicentro
del sisma. Un contributo importante al funzionamento della struttura campale,
dotata di 200 posti letto e di attrezzature d’avanguardia, è
stato fornito dal personale della Regione Marche; in totale 104 persone: 11
funzionari del Sistema regionale della protezione civile, 72 volontari dell’Ares
- Associazione regionale emergenza sanitaria e sociale, provenienti da 17
ospedali regionali, tra cui 30 medici, 38 infermieri, 4 tecnici -11 volontari
dell’Anpas, Associazione nazionale pubbliche assistenze, e 10 volontari
dei Vigili del Fuoco di Ancona.
“Siamo orgogliosi – ha sottolineato Gian Mario Spacca, presidente
della Giunta regionale - del lavoro svolto con passione e professionalità
dagli uomini della Protezione civile e dai volontari che, ancora una volta,
hanno testimoniato i grandi valori che animano la nostra comunità;
a tutti va il ringraziamento più caloroso per avere dimostrato come
il Sistema regionale della Protezione civile sia ormai una struttura di riferimento
importante anche nella gestione delle emergenze internazionali, come nella
catastrofe dello tsunami, in Thailandia”.
La struttura campale ospedaliera della Regione Marche è aggregata al
Posto medico avanzato della Croce Rossa Italiana ed è coordinata dal
Dipartimento nazionale della Protezione civile. Per assicurane il funzionamento,
è stato necessario organizzare dei cargo umanitari in modo da garantire
il rifornimento dei farmaci e delle attrezzature necessarie. Nei primi due
dei cinque turni del personale avvicendatosi fino ad oggi (l’ultima
partenza è del 26 dicembre), il compito prioritario dei medici e degli
infermieri e dei tecnici è consistito nel far fronte ai traumi dell’emergenza;
ma non poche sono state le difficoltà da superare per la diversa mentalità
culturale e scientifica e per assicurare il funzionamento complessivo della
struttura campale, anche in termini logistici, come l’attivazione notturna
della cucina da campo, la manutenzione dei servizi igienici e degli alloggi
del personale, con temperature che di notte scendono fino a 10 gradi sotto
lo zero.
“Il termine della missione – precisa Spacca - è previsto
per il 15 gennaio 2006”; dopo un periodo di integrazione per garantire
l’utilizzo delle attrezzature e delle risorse disponibili, l’intero
complesso ospedaliero sarà donato alle autorità pakistane; nell’attesa
che il Governo italiano valuti tempi e modalità per il passaggio delle
consegne, l’attività di soccorso del contingente regionale prosegue
instancabilmente, a conferma della generosità e del grande cuore dei
marchigiani”.
Primo Piano, 2006-01-02