Giornata delle Marche:
le manifestazioni alle “Muse” e al “Pergolesi”.

-Giornata delle Marche – La manifestazione al “Pergolesi”
Da Jesi lo spettacolo per il mondo
Lucio Dalla, Linda, Jimmy Fontana, Toni Esposito, Riccardo Fogli, la cantante lirica Valeria Esposito: sono alcuni degli ospiti che, dal Pergolesi di Jesi, hanno animato la notte marchigiana, trasmessa su Rai International, in collegamento con il Teatro Colon di Buenos Aires. Condotta da Natasha Stefanenko e Fabrizio Gatta, e da Valeria Mazza, in Argentina, lo spettacolo ha mostrato al mondo il meglio delle Marche: cultura, tradizioni, economia, personaggi famosi. Un biglietto da visita confezionato con un taglio “televisivo” per catturare gli italiani sparsi nei vari continenti. E gli ospiti hanno partecipato alla festa con grande professionalità. Lucio Dalla ha cantato con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana i brani “Caruso” e “Canzone. Ha parlato dei suoi rapporti con le Marche: la sua casa nel Montefeltro, l’Università di Urbino e gli amici che ha trovato nella nostra regione. Jimmy Fontana ha aperto la serata con la sua intramontabile canzone “Il Mondo”, che ha venduto oltre quattro milioni di copie ed è tuttora in testa in alcune classifiche internazionali, interpretata da altri artisti. Linda ha proposto il brano “Acqua, sole, terra e mare”, con il quale si è classificata al terzo posto al 54° Festival di San Remo. Con video registrati hanno partecipato, allo spettacolo di Jesi, Neri Marcorè e Glauco Mauri, mentre alcuni ragazzi hanno letto diversi testi scolastici preparati per la Giornata delle Marche. Non meno qualificata la partecipazione degli artisti al Teatro Colon di Buenos Aires, dove si sono esibiti, tra gli altri, ballerini di tango argentini, e dove sono stati premiati il cestita NBA Emanuel Ginobili (la targa degli orafi marchigiani è stata ritirata dai genitori dell’atleta) e Gabriela Sabatini, entrambi discendenti di corregionali emigrati in Argentina. Da segnalare, infine, il grande omaggio che Jesi ha tributato a Valeria Morioni, ricordata con un toccante filmato, salutato dal lungo applauso del teatro, con tutto il pubblico in piedi.

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
Luisa Gregori premiata con il Picchio d’oro
Luisa Gregori, ricercatrice dell’Università del Maryland a Baltimora, jesina di nascita, è stata premiata con il Picchio d’oro. Il riconoscimento viene annualmente conferito, nella Giornata delle Marche, ai corregionali che si sono distinti nei rispetti settori professionali. Il premio – ideato dal maestro Walter Valentini e realizzato dagli orafi marchigiani – è stato consegnato dal presidente Spacca alla dottoressa, che si è laureata all’Università di Camerino nel 1983. La Gregori ha condotto studi sull’Alzheimer e sul morbo di Creutzfeldt e Jakob (variante umana della “mucca pazza”). A venticinque anni, appena laureata, si è recata negli Stati Uniti per un tirocinio e per imparare la lingua inglese. Tornata in Italia, è rimasta un paio d’anni, per poi tornare negli Usa. “Avrei preferito rimanere in Italia – ha rivelato, intervistata da Carmen Lasorella – ma non si sono concretizzate opportunità lavorative soddisfacenti”. Il premio è stato conferito alla Gregori, come riportato nella motivazione “per la professionalità, la dedizione e la passione con cui ha contribuito al progresso della cura delle malattie rare”.

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
Baldassarri: “Siamo orgogliosi del modello marchigiano”
“Negli ultimi anni il modello marchigiano è stato studiato, riconosciuto in tutto il mondo e di questo ne siamo orgogliosi. Nato all’inizio degli anni settanta, per noi economisti è stato difficile spiegare le radici e la qualità di questo modello, fatto di un fitto tessuto di piccole e medie imprese marchigiane. È attraverso il sistema sociale che si realizza; la forza della comunità locale è il vero sostegno delle imprese e queste inserite in un distretto danno origine a un tessuto molto forte”.
Al Teatro delle Muse cosi il vice ministro per l’Economia e le Finanze, Mario Baldassarri, ha risposto alla domanda della giornalista, Carmen Lasorella, sul valore esemplare delle imprese nelle Marche.
“Un ricordo – ha proseguito Baldassarri – è per Giorgio Fuà, grande marchigiano emigrato che appena tornato nella sua Ancona ha voluto realizzare un ampio progetto. Con molte difficoltà, litigando un po’ con la classe dirigente locale dell’epoca e d’accordo con Carlo Bo dell’Università di Urbino, è riuscito a portare nella nostra regione la facoltà di Economia”.
“L’effetto contagio del modello marchigiano ad altre regioni d’Italia – ha precisato il Vice Ministro - c’è stato e all’inizio lo abbiamo chiamato “Via Adriatica allo Sviluppo” per l’omogeneità territoriale. È importante sostenere e innalzare più rapidamente a livello qualitativo questo modello. Le imprese e i distretti non possono essere lasciati soli in questo momento di transizione. Occorre puntare sullo zoccolo duro di non competitività che frenano la nostre imprese, come i costi delle infrastrutture dei trasporti, dell’energia e dell’internazionalizzazione. Comuni, Province, Regione e Governo nazionale insieme devono mirare a un unico obiettivo che è quello di affiancare e accompagnare il modello marchigiano, affinché si possano creare le basi future per un altro grande successo utile per le nuove generazioni”.

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
Spacca: “Valori condivisi per un futuro migliore”
Una giornata per esaltare l’orgoglio e affermare l’identità di una piccola regione. Un momento da condividere con tutte le comunità marchigiane nel mondo, dove vivono oltre cinque milioni di corregionali, “più dei danesi messi insieme”. Così la giornalista Carmen Lasorella ha introdotto la manifestazione istituzionale della Giornata delle Marche, al Teatro delle Muse di Ancona. La sorella ha sollecitato un lungo applauso per salutare gli emigrati marchigiani che “sono riusciti a raggiungere livelli di integrazione molto forti e sono un esempio di come sia possibile costruire una società multietnica, dove ciascuno dia il proprio contributo e non diventi un peso o un pericolo”. Concetti ribaditi dal presidente della Regione, Gian Mario Spacca, che ha illustrato i contenuti della giornata, vissuta sull’incontro tra istituzioni e comunità, e sull’impegno “a essere governo dentro i problemi dei cittadini”. Spacca ha ricordato le motivazioni che hanno portato a individuare il 10 dicembre come la Giornata delle Marche, fortemente voluta dalla comunità marchigiana d’Argentina: è il giorno della dichiarazione dei diritti dell’uomo, è la giornata della pace voluta dal Consiglio regionale, si celebra la Madonna di Loreto (“Vergine migrante che viene dall’Oriente”). “Laici e cattolici – ha aggiunto il presidente – in questa ricorrenza riscoprono valori condivisi”. Spacca ha anche anticipato che la giornata del 2006 (50° anniversario della tragedia delle miniera di Marcinelle) sarà dedicata ai marchigiani del Belgio. Sarà anche quella un’occasione “per raccontare la nostra gente e la nostra terra, luogo dalla straordinarie bellezze paesaggistiche e dalla forte memoria delle proprie radici e tradizioni, dove ogni passaggio e ogni evoluzione economica è avvenuta nella continuità, senza distruggere quanto faticosamente costruito”. Il presidente ha assicurato che esaltare l’identità marchigiana non significa “tracciare un confine”, per escludere chi sta oltre. Al contrario, è un’esigenza che accomuna, “che trae alimento dalla pluralità e dove ogni realtà si ritrova su ideali condivisi. È l’esaltazione della capacità di saper coniugare l’identità con l’integrazione, per divenire costruttori di un futuro carico di virtù e di valori”.
“Il modello di welfare marchigiano – ha successivamente detto il presidente, intervistato da Carmen Lasorella durante il dibattito alle Muse - si è consolidato perché i Comuni hanno saputo amministrare bene il loro territorio. Soprattutto perché è stato un modello di sicurezza sociale in cui i poteri civili si sono ben rapportati con il privato sociale, e insieme hanno sostenuto il tessuto produttivo e accompagnato le imprese nel loro percorso di sviluppo. C’è bisogno di rinnovare il modello e di farlo insieme, e questa platea testimonia oggi la disponibilità a concertare e collaborare con le istituzioni. La nostra esperienza di vita comunitaria, la sicurezza dei territori, la storia del nostro sviluppo, sono la nostra forza per il futuro”.

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
Minardi: “Creatività e innovazione nella tradizione”
“Il modello Marche esiste e continua a esistere - ha dichiarato, nel suo intervento, il Presidente del Consiglio regionale, Luigi Minardi – perchè è fatto di piccole, ma importanti dimensioni, dove creatività e innovazione si concretizzano nel valore della tradizione. Le Marche sono una regione il cui territorio produce cultura e insegna a condividere lo sviluppo nella coesione e nella solidarietà”.
Dal 2002, il 10 dicembre è per le Marche giornata della Pace, ha proseguito Minardi, da ora in avanti sarà anche la giornata dei marchigiani. Quindi lo slogan potrebbe essere: “le Marche per la pace”. È anche in questo la nostra regione può essere un modello per il suo impegno per la Pace. Sono moltissimi i comuni delle Marche che hanno aderito al Coordinamento per la Pace, più di 150 gli assessori comunali alla pace, molte le Scuole di pace e le associazioni di pace. “Ci impegneremo - ha sostenuto Minardi - ancora di più nelle scuole, affinché si parli e ci si abitui a una cultura di pace, e con le amministrazioni comunali affinché si affianchi alla cultura civica la cultura di pace”. Il presidente Minardi ha concluso il suo intervento ricordando la cerimonia del mattino, durante la quale tre Comuni marchigiani sono stati premiati per la comunicazione istituzionale. Grottammare per il bilancio partecipato, Jesi per la rete civica e Pesaro per la Biblioteca comunale. Progetti di comunicazione, ha sostenuto, che vanno verso una cultura che avvicina sempre di più le istituzioni ai cittadini. Esempi che debbono divenire patrimonio di tutti, perchè la comunicazione istituzionale rappresenta l'ossigeno della democrazia.

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
Gli interventi di Fabio Sturani, Palmiro Ucchielli, Assunta Paci e Oscar Andreani
Fabio Sturani, come presidente ANCI e sindaco di Ancona, ha sottolineato la numerosa presenza dei sindaci marchigiani alla manifestazione. La testimonianza – ha detto - che una realtà territoriale come le Marche, come Ancona, funzionano perché c’è un rapporto diretto tra cittadini e istituzioni, la piccola dimensione aiuta il senso di comunità e tutti si sentono partecipi dello sviluppo. Non servono dogane, né steccati, ma politiche di attenzione e di servizi nel rispetto delle nostre tradizioni. Tradizioni che significano anche tolleranza e accoglienza, siamo anche un modello multiculturale, attento all’integrazione dei cittadini che saranno marchigiani”.
Dello stesso avviso Palmiro Ucchielli, presidente dell’UPI, che ha parlato della grande tenacia e capacità dei marchigiani di mettersi in gioco con un senso del nuovo, ma nello stesso tempo con radicamento al territorio. Questo ha fatto sì che ci sia un filo forte che lega istituzioni, cittadini, imprese e servizi. “Dobbiamo valorizzare sempre di più il rapporto con gli emigrati, perché costituiscono una ricchezza straordinaria, storica, culturale e sociale. Il buon funzionamento del sistema Marche lo si deve anche alla grande capacità di ascolto delle istituzioni ai cittadini per renderli protagonisti”.
Maria Assunta Paci, presidente dell’UNCEM, l’unione delle Comunità montane ha evidenziato il ruolo delle donne marchigiane come depositarie della cultura tradizionale, della sacralità del lavoro in casa e fuori. Da sempre la donna aiuta il marito nel lavoro della terra, da sempre ha contribuito a creare l’impresa familiare. Non solo – ha rimarcato - ma nelle Marche ci sono per fortuna pochi anziani che vivono negli ospizi. Merito di una rete familiare che si fa carico degli anziani e credo di poter dire, merito delle madri, delle mogli, delle figlie. La donna ha anche il ruolo di memoria storica della famiglia, anche come emigrata all’estero, trasmette la lingua e le tradizioni familiari. La Paci ha poi raccontato di una sua vecchia zia emigrata in Argentina che chiede ogni anno a Natale, la Torta Brusca. “Le serve - ha spiegato Assunta Paci - per mantenere il legame con la famiglia, per riaggregare il suo passato, ma anche come occasione per ricordare e parlare ai nipoti della sua terra”.
Oscar Andreani, l’imprenditore argentino, 62 anni, nipote di un emigrato nel 1890 da Pollenza (MC) ha detto di sentire la forte responsabilità di esprimere ciò che sentono e pensano tutti i marchigiani che vivono lontano dalla loro terra. “Ma mi accompagna – ha detto - la forza del vissuto e delle emozioni dei miei antenati. Vedevo mio nonno e mio padre fissare spesso un punto lontano dell’orizzonte e quando sono venuto la prima volta nelle Marche ho compreso che era il richiamo dei ricordi, la nostalgia che riportava alla mente la bellezza di questa terra, i sapori, i profumi e la gente. Alla luce dei conflitti che si presentano attualmente con gli immigrati clandestini, capisco anche la grande fortuna che nonostante tutto avevano avuto i miei nonni: una terra che li ha ricevuti e ha dato loro opportunità. Molti marchigiani in questo momento stanno festeggiando in Argentina, al teatro Colon. Finalmente, per la prima volta, tutti i marchigiani nel mondo si ritrovano attorno ai valori della loro terra e possono stare di nuovo insieme, grazie a questa Giornata. Ringrazio quindi il presidente Spacca per aver pensato a questa festa che può unire i marchigiani nel mondo e che non sia solo una celebrazione, ma l’opportunità concreta per creare relazioni internazionali di scambio di cultura ed economici. “

-Giornata delle Marche – La manifestazione alle “Muse”
De Maio: “Mi sento legato a questa terra”
“Mi sento molto legato a questa terra e le mie origini marchigiane mi hanno aiutato nel lavoro”. È quanto ha affermato l’ambasciatore d’Italia a Nairobi, Enrico De Maio, intervenuto alle celebrazioni della Giornata delle Marche, presso il Teatro delle Muse di Ancona. Un ritorno alle origini, in quanto De Maio è nato nel capoluogo regionale e ha vissuto gli anni giovanili ad Ascoli Piceno. Il nome di De Maio è legato alla pace in Afghanistan. Inviato speciale del ministero degli Affari Esteri, ha contribuito al rovesciamento dei talebani e all’insediamento di un governo composto dalle etnie locali. “La missione di un diplomatico – ha detto – è quella di costruire la pace. Le proprie radici sono importanti per le persone che vivono all’estero. Specie quelle che consentono di trasferire nel proprio lavoro la serietà, la modestia e l’equilibrio tipico dei marchigiani”.

Primo Piano, 2005-12-11