Economia:
cresce l’incertezza dei consumatori italiani e cambiano i comportamenti di spesa e risparmio.

Minore progettualità nei consumi e nei risparmi e più incertezza e pessimismo per il futuro: è questo il quadro dell’Italia che emerge dai risultati di un’indagine internazionale condotta da ACNielsen in 38 paesi del mondo.
Dall’indagine risulta che la percezione dell’andamento dell’economia nazionale negli ultimi 6 mesi è negativa e il 70% degli italiani ritiene che la situazione sia sensibilmente peggiorata rispetto al 2004. Il pessimismo affiora anche dalle risposte date alla domanda circa le previsioni per i prossimi 12 mesi: il 36% degli italiani ritiene che la situazione resterà stabile, ben il 46% sostiene che peggiorerà.
Le prime preoccupazioni degli italiani per il futuro risultano essere l’economia ( 27%), la sicurezza del posto di lavoro ( 22%) e la stabilità politica (12%), con una sensibile crescita rispetto ai risultati della scorsa indagine: nel 2004, infatti, l’apprensione degli italiani in merito alle dinamiche della politica era solo del 2%.
Percentuali in crescita anche nel resto d’Europa, dove l’economia resta al primo posto tra le incertezze degli intervistati ma è seguita dalla salute anziché dalla sicurezza del posto di lavoro (in Italia la salute è al terzo posto). La stabilità politica, invece, rispetto all’Italia, sembra preoccupare meno l’Europa.
Il clima di incertezza e la carenza di progettualità incidono sui comportamenti di consumo.
L’11% (+ 3% rispetto al 2004) degli italiani dichiara di non avere in alcun modo disponibilità economiche una volta soddisfatti i bisogni essenziali (13% il rispettivo dato europeo). Si assiste, in generale, ad una diminuzione della discrezionalità di spesa e ad una minor tendenza al risparmio: mentre nel 2004 gli italiani che investivano il denaro disponibile in diverse forme di risparmio erano il 42%, oggi il dato si ferma al 31% allineandosi alla media europea.
La minor tendenza al risparmio è accompagnata dalla razionalizzazione di alcune voci di consumo. Secondo l’indagine, infatti, dopo aver soddisfatto i bisogni essenziali sono meno gli italiani che spendono il denaro in vacanze (-5%), nuove tecnologie (-5%), intrattenimento fuori casa (-9%). In aumento, invece, il ricorso al credito al consumo e ai finanziamenti personali.
Il progressivo deterioramento della progettualità frena gli investimenti a lungo termine: ben il 50% degli italiani sostiene che rimanderà nel tempo le spese di particolare impegno economico, il 21% afferma che vi rinuncerà del tutto e il 20% che affronterà determinate spese, quali quelle per la casa o l’acquisto di una macchina o di grandi elettrodomestici, soltanto a fronte di finanziamenti agevolati o con pagamento a rate.
La ricerca ACNielsen ha, infine, evidenziato un dato importante: l’Italia, rispetto agli altri Paesi Europei, è la nazione che maggiormente pratica una spesa ragionata, ovvero si attiene ad un budget prefissato. Ben l’85% degli italiani sostiene di pianificare i propri consumi anche se, a volte, le spese eccedono il budget stabilito. In particolare, sia gli italiani (29%) che i cittadini dei Paesi della vecchia Europa (tra il 26 e il 41%) fanno la spesa in diversi punti vendita per approfittare delle offerte speciali e si dicono molto attenti alle promozioni.

Giovanna Sechini

Primo Piano, 2005-10-05