«Predestinati alla malevisione»

Troppe volte si è polemizzato sulla mancanza di una programmazione TV intelligente ma ancora nessun provvedimento in merito. Infatti per l’inverno 2005-06 sono stati riproposti gli stessi format ed i cambiamenti riguardano non i contenuti ma gli allestimenti scenici, i presentatori (al solito passati al maggior offerente) e le vallette, belle e sorridenti come sempre ma tutte da conoscere e soprattutto da “vedere”. Ovviamente c’è qualcosa che non và.
In quanti talk show si è affrontato il problema della TV “spazzatura” e quante volte quest’ultima è stata associata ai reality?! Non credo ci sia bisogno di numeri. Eppure ecco tornare alla ribalta L’isola dei (non più) famosi, e La talpa, perfetta emulazione del primo ma, attenzione, con l’intrigo gossip intessuto nel mezzo. Alla curiosità per lo spirito di adattamento dei partecipanti posti in ambienti ostili, quest’anno si unisce il confronto Ventura – Bettarini, e la formula funzionerà davvero quando il pubblico inizierà a chiedersi se i due si lanceranno frecciatine e fino a che punto l’ex calciatore riuscirà a riscattarsi. Di qua dallo schermo un cospicuo numero di spettatori massificati, di là gli alti vertici della telecomunicazione che si confrontano con gli indici di gradimento e studiano strategie per migliorare esclusivamente quelli, nel mezzo i protagonisti televisivi, sorridenti, patinati e sempre più giovani.
Inutile sperare che si adottino nuove formule finché i bilanci quadreranno, così come è assurdo parlare di banalità in TV, di troppo facili successi o dell’invasione di ragazze-immagine come fossero dei problemi e poi continuare ad accrescere tali fenomeni. A meno che qualcuno non si sia illuso di aver arginato la questione rendendo sempre più simile ad un varietà Miss Italia, che, a guardar bene, è il luogo meno adatto. Trattasi infatti di un “concorso di bellezza” dove, ahimé, intelligenza e doti artistiche sono accessorie a prescindere, eppure, stando alle interviste, la maggior parte delle ragazze sogna di laurearsi o di metter su famiglia. Allora perché partecipare ad un concorso di bellezza ed isolarsi dal mondo per quasi un mese preparando coreografie e stacchetti? Ma non siamo ancora all’apice. Nominata la bellezza di casa nostra volevano detronizzarla per alcune pose sexy. Quante sottigliezze! In fondo la giovane piemontese ha solo anticipato di poco i tempi, perché lo sappiamo tutti che tra un anno sarebbe finita come molte altre a fare calendari.
Un altro esempio affinché ci si renda conto dell’impossibilità di sradicare il problema: Striscia la notizia. Giusta la strategia della controinformazione, intelligenti i toni della satira, ma penoso il cedimento strutturale dell’anno scorso che ha visto il programma di Antonio Ricci trasformarsi in un ingranaggio impazzito per tener testa alla concorrenza. Ogni settimana un’accoppiata diversa e ben studiata, tuttavia i conti non quadravano e allora un altro giro di valzer… alla fine di tante piroette quest’anno si è pensato che le veline non bucassero sufficientemente lo schermo e ne sono state scelte due ancora più telegeniche. Non discuterei sul ruolo delle veline ma lascerei riflettere.
La questione andrebbe affrontata da più punti di vista, ma intricati come sono i meccanismi televisivi meglio non aspettarsi troppo e rassegnarsi a guardare quello che c’è, nel pieno esercizio delle proprie capacità critiche.


M. Lucia Peroni

Primo Piano, Lunedì 26 Settembre 2005