Referendum del 12 e 13 giugno
I perché di una scelta

La libertà, intesa in ottica seniana come la capacità dell’individuo di realizzare ciò che egli più apprezza, non può essere vista come uno dei tanti elementi che permettono lo sviluppo e l’avanzamento di una società, ma come il motore dello sviluppo. In secondo luogo il progresso della società non può essere affrontato e giudicato per singoli settori, ma va osservato nella sua globalità Eventuali punti di minimo in uno dei settori della collettività rappresenterebbero, in ottemperanza alla ben nota “legge del minimo”, il grado di sviluppo in base al quale dovremmo giudicare quella società. Sarebbe fuorviante pensare di poter valutare il livello di sviluppo di una collettività come semplice media o anche come media pesata del livello di sviluppo presente nei diversi settori. Un elemento in grado di influenzare il grado di sviluppo di una società è rappresentato dal sistema dei valori che la permea. Nel nostro Paese, purtroppo, giocano un ruolo molto forte i concetti e la morale portata dalla Chiesa Cattolica, attraverso un’interpretazione della Buona Novella che in svariati casi si bagna della contingenza e della terrenità degli uomini che l’hanno interpretata. Peccherebbero di superbia, allora, coloro che, sulla base delle loro interpretazioni di natura profondamente umana, pensino di aver colto il senso profondo del Messaggio Messianico. Non dobbiamo dimenticarci, che se quel piccolo gruppo di dodici ebrei non avesse dubitato dell’interpretazione del Vecchio Testamento data dai loro Maestri per seguire il Cristo, non saremmo qui ad argomentare circa la bontà dei giudizi elaborati dalla Chiesa Cattolica. Come è possibile dunque permettere che una legge, come l’attuale legge 40, basata su un principio morale appartenente alla dottrina cattolica, possa essere accettata da uno Stato laico (come il nostro dovrebbe essere), obbligando di conseguenza anche coloro che non condividono lo stesso sistema di valori della Chiesa Cattolica a piegarsi a tale sistema? Non è ammissibile che una qualsiasi forma di morale corra il rischio di limitare la libertà di un altro individuo, specialmente quando ciò viene fatto attraverso uno strumento così forte come una legge. Ecco perché il prossimo referendum del 12 e 13 giugno voterò sì. Non semplicemente perché si possa più o meno condividere l’idea proposta da tanti vescovi e laici, cattolici e non, italiani, ma perché qui stiamo parlando della libertà dell’individuo. La libertà come motore dello sviluppo della società . La libertà che non può essere vista solo come libertà positiva, intesa come libertà di fare, ma anche come libertà negativa, cioè come la serie di limitazioni che un individuo (o lo Stato o qualunque altra istituzione) può imporre ad un altro. La libertà che abbiamo il dovere di difendere a tutti i costi.
Nella speranza, vera e sincera, che La Chiesa ci insegni di nuovo ad essere dei buoni cristiani.

Armando M Corsi

Primo Piano – Lunedì 06/06/05, ore 23:29