In…Form…Azione
Lavoro Notturno in…Sicurezza
Il lavoro notturno nel nostro paese è una realtà piuttosto rilevante,
poiché negli ultimi anni tale tipologia di orario si è andata
via via estendendo
dai settori in cui era tradizionalmente consolidata (ospedali,
trasporti, vigilanza, panificatori, laterizi e fornaci, impianti chimici a ciclo
continuo, mercati ortofrutticoli ed ittici all'ingrosso, ecc.) a numerosi altri
settori (dai lavori di pulizia ai locali di pubblico spettacolo, da un più
ampio ventaglio di attività produttive ai call center e ai Ced…).
Dalla fine
degli anni '80 a tutt'oggi, vi è stato un incremento del numero assoluto
e percentuale dei lavoratori notturni, anche se , dai dati in nostro
possesso, il numero dei lavoratori notturni sembra attualmente abbastanza
costante, senza evidenti incrementi negli ultimi anni : ad esempio,
dal 1995 al 1997 (fonte Eurostat, Labor Force Survey) in Italia è
leggermente calato il numero (in percentuale) di lavoratori che lavorano
abitualmente la notte (dal 5,5 % al 5,2% sul totale dei lavoratori italiani)
, mentre è leggermente aumentato quello di coloro che lavorano qualche
volta la notte (dal 7,8% al 7,9%) ; in totale dal 1995 al 1997 , si
passa dal 13,4% al 13,1%. I valori europei sono più elevati di circa
1,5
punti percentuali (nel 1995 , 14,8% e nel 1997, 14.6%).
Scomponendo per sesso tali valori, possiamo osservare che il
lavoro notturno incide di più sui lavoratori maschi : nel 1997 il 6.3%
degli uomini lavora abitualmente di notte, mentre tale percentuale
scende al 3,3% per le donne (fonte Eurostat 1997).
In termini assoluti (dati Istat riferiti al 1999) i lavoratori notturni
possono essere stimati in circa 1.000.000. E' evidente, dal confronto
con i precedenti valori percentuali, che tale cifra si riferisce a chi presta
abitualmente e sistematicamente lavoro notturno.
E' interessante notare come la tendenza al ricorso al lavoro notturno
si accompagni ad una più diffusa tendenza alla crescita del numero di
persone che lavorano in orari considerati, fino a qualche anno fa, abbastanza
anomali : infatti circa 2.800.000 persone svolgono lavoro serale,
più di 7.000.000 lavorano al sabato e circa 1.700.000 la domenica
(fonte Istat 1999 , in netto aumento rispetto a valori di confronto del
1993). E, naturalmente, il problema del lavoro notturno si sovrappone
ampiamente al problema del lavoro su turni (l'overlap è molto rilevante)
: i lavoratori che operano su turni in Italia sono ben 3.000.000 circa, e
di essi 1.000.000 sono anche lavoratori notturni (fonte Istat 1999).
I dati numerici chiariscono molto bene la diffusione, la portata e l'importanza
del fenomeno. Fenomeno che, in realtà, presenta anche
aspetti contradditori : infatti, se per molti lavoratori questo impegno
lavorativo costituisce, pur essendo retribuito in modo maggiorato, un
forte onere per motivi di salute, personali, familiari, di relazioni sociali,
di qualità della vita, per altri (esempio, nelle zone agricole) è
abbastanza
ricercato perché, oltre alle maggiorazioni economiche connesse,
consente di dedicare buona parte delle ore diurne ad altre attività lavorative.
Un ultimo elemento da chiarire in questa premessa è la considerazione
che, con l'entrata in vigore del D.Lgs 532/99 il prestare la propria
attività lavorativa in qualità di lavoratore notturno costituisce,
ipso facto,
senza necessità dell'ulteriore presenza di altri fattori critici, un
fattore di
rischio : da ciò deriva che la presenza e modalità del lavoro
notturno
deve essere presa in esame in modo specifico nella valutazione dei
rischi, che scattano precisi obblighi di informazione e di sorveglianza sanitaria,
che vanno previste ed adottate specifiche misure di prevenzione e protezione,
ecc.
Tutti questi elementi vengono puntualmente e dettagliatamente presi
in esame nei successivi paragrafi del documento.
Consultare l’allegato
lavoro notturno in sicurezza.pdf
In…Formazione, 2004-11-17