il Rischio da Allergeni Indoor negli Uffici:
Valutazione delle Postazioni di Lavoro.

RIASSUNTO.
L’indagine è stata condotta al fine di stimare le
concentrazioni degli allergeni indoor negli uffici, verificando le
concentrazioni sia nel pavimento della postazione di lavoro sia
nella sedia dislocata davanti al videoterminale. Sono stati
eseguiti 53 campionamenti appaiati, evidenziando una maggiore
concentrazione degli acari e del gatto nelle imbottiture delle
sedie rispetto al pavimento (p < 0,0001). Situazioni di rischio di
sensibilizzazione agli acari sono state evidenziate nel 24,5%
delle sedie campionate, ed in 2 casi si sono raggiunte
concentrazioni in grado di scatenare sintomi respiratori in
soggetti sensibilizzati. L’indagine ha confermato l’ubiquitarietà
dell’allergene maggiore di gatto, mentre non rilevante è
risultato l’allergene maggiore delle blatte. In relazione al rischio
stimato potrebbe essere opportuno, nel definire i capitolati
d’appalto delle imprese di pulizia, considerare e dettagliare gli
interventi di bonifica ambientale, ed in misura preventiva
adottare sistemi atti a contenere lo sviluppo di acari. Il rischio
da allergeni indoor va preso in considerazione da parte dei
medici competenti nell’effettuazione della sorveglianza
sanitaria, non sottostimando il problema, o imputandolo
unicamente ad un generico rischio allergologico ubiquitario.
Parole chiave: acari, allergeni indoor, sintomi respiratori.

Introduzione
La patogenesi dell’asma, della rinocongiuntivite allergica
e della dermatite atopica è imputata alla coesistenza di
fattori genetici e all’esposizione ambientale ad allergeni
inalanti indoor, quali gli acari, il gatto e lo scarafaggio (11).
Diversi studi hanno posto in evidenza la relazione tra
concentrazioni ambientali di Der p1, allergene maggiore
degli acari, e sensibilizzazione ad acari (34, 12), sebbene il
ruolo delle polveri domestiche nello sviluppo dell’asma
bronchiale non sia ancora del tutto chiaro (35). Valori limite
ambientali sono stati proposti per diversi allergeni
professionali (2), tuttavia si devono considerare sia la suscettibilità
individuale sia la mancanza di valori di riferimento
certi, tali da assicurare generalmente condizioni di
rischio minimo (34). Tra gli allergeni maggiormente indagati,
e definiti, vi sono quelli dell’indoor. Per il gruppo 1 di
allergeni di acaro sono stati proposti valori limite di 2 µg/g
di polvere campionata, considerati tutelativi per il rischio
sensibilizzazione e di 10 µg/g polvere campionata per il rischio
di insorgenza di disturbi respiratori in soggetti allergici
(23, 24, 28). Altro inquinante dell’indoor, che ha ricadute
rilevanti in ambito allergologico, è rappresentato dal
pelo e forfora di gatto che, trovandosi associato a particelle
di dimensioni inferiori a 5µ, permane a lungo nell’ambiente
e si deposita ubiquitariamente. L’allergene maggiore
del gatto, Fel d 1, viene anche trasportato adeso al vestiario,
inquinando ambienti in cui non v’è presenza diretta
dell’animale (21). Limiti ambientali proposti sono compresi
tra 1 e 8 µg/g di polvere (13).
Nella letteratura internazionale si segnala un altro allergene
indoor, Bla g1, allergene maggiore della Blatella germanica
che, unito per lo più a particelle di dimensioni
>10µ, risulta depositato sulle superfici e sul pavimento. Al
momento questo allergene, associato pressoché costantemente
al Dermatophagoides, non sembra svolgere un reale
ruolo patogenetico nelle allergie respiratorie (9), tuttavia si
ritiene che la sua determinazione possa rappresentare un ulteriore
elemento ai fini della caratterizzazione dell’indoor. I
limiti proposti per Bla g1 sono 2U/g di polvere (29).
La presenza di tali allergeni in concentrazioni critiche,
congiuntamente a fattori ambientali aspecifici, quali le
condizioni climatiche e stagionali, il fumo di sigaretta, attivo
o passivo, e le caratteristiche dell’edificio, può deter-
minare un aumento del rischio di patologia allergica con
comparsa di processi infiammatori a carico delle prime vie
aeree, ed insorgenza di iperreattività bronchiale, specialmente
nei lavoratori già sensibilizzati (3, 16, 26, 33).
Scopo dello studio è la valutazione, mediante una metodica
standardizzata, degli allergeni indoor in ambiente
lavorativo, verificando le concentrazioni sia nel pavimento
della postazione di lavoro sia nella sedia dislocata davanti
al videoterminale. Si è inteso effettuare una prima
mappatura del rischio allergologico negli uffici che può
avere ricadute in termini di sorveglianza sanitaria, alla luce
anche del recente DLgs 25/02.

Consultare l’allegato in pdf

Allergeni_Indoor.pdf

Opuscoli e Schede di Formazione e Informazione, 2004-07-24