Influenza in…Sicurezz@
Influenza e Dintorni: prevenzione e controllo, raccomandazioni per la stagione 2005-06
-Il Ministero della Salute ha emanato il 5 agosto scorso la
circolare n. 1 relativa alla prevenzione e al controllo dell'influenza per
la stagione 2005-2006.
Nel documento sono riportate le raccomandazioni per la prossima stagione influenzale,
le caratteristiche antigeniche degli isolamenti virali più recenti,
la composizione del vaccino antinfluenzale, le raccomandazioni sul suo impiego
e sull'uso dei farmaci antivirali. Vengono inoltre riportati alcuni cenni
sull'epidemiologia della malattia nel mondo e in Italia, con dati e grafici
relativi alla scorsa stagione.
Nei paesi industrializzati l’influenza costituisce una delle principali
cause di morte per malattie infettive, immediatamente dopo AIDS e tubercolosi.
Secondo le stime relative alla popolazione italiana, mediamente 5 milioni
di soggetti, che diventano 8 milioni nei periodi di picco, vengono colpiti
ogni anno da sindrome influenzale.
Sul piano economico, a causa dei costi sanitari diretti ed indiretti nonché
per l’attuazione di misure di controllo ed estinzione di focolai epidemici
nel campo della sanità pubblica veterinaria, questa malattia costituisce
una rilevante fonte di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale.
-Come si previene l'influenza
Attualmente, i farmaci disponibili, se assunti in tempo, possono bloccare
la diffusione del virus nell’organismo, attenuare i sintomi ed
abbreviare il decorso della malattia. Tuttavia, la vaccinazione resta il principale
strumento per combattere l’influenza e la misura più efficace
di prevenzione per il singolo e la collettività
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è
la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad
acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di
aggirare la barriera costituita dall’immunità presente nella
popolazione con esperienza pregressa di infezione. Sia come profilassi che
come terapia, attualmente sono disponibili farmaci antivirali che, se assunti
tempestivamente, possono bloccare la diffusione del virus da una cellula all’altra
dell’organismo, attenuando i sintomi ed abbreviando il decorso della
malattia.
Tuttavia, il principale strumento per combattere l’influenza resta la
vaccinazione, che è la principale misura di prevenzione per il singolo
e per la collettività. Nei confronti dell’influenza sono disponibili
da molti anni vaccini efficaci. Tutti i vaccini disponibili sono costituiti
da virus coltivati su uova embrionate di pollo e successivamente inattivati
(virus uccisi). Nei soggetti adulti sani, i vaccini antinfluenzali hanno un’efficacia,
in termini di riduzione della morbosità della malattia, variabile dal
70 al 90%; nelle persone anziane ed in quelle con malattie croniche, che possono
ridurre l’efficienza della risposta immunitaria, i vaccini antinfluenzali
sono comunque efficaci nel prevenire le complicanze e nel ridurre la mortalità
legata all’influenza del 70-80%. Per tale motivo la vaccinazione antinfluenzale
è universalmente riconosciuta come il mezzo più efficace e conveniente
per prevenire la malattia e le sue complicanze, oltre che per intervenire
concretamente sulla catena di diffusione dell’infezione, ed è
oggetto di raccomandazioni annuali da parte del Ministero della Salute.
- La vaccinazione, i soggetti a cui è consigliata
I principali destinatari sono le persone di età pari o superiore
a 65 anni, adulti e bambini con alcune patologie di base che aumentano
il rischio di complicazioni a seguito di influenza. Auspicabile anche la protezione
di operatori sanitari, addetti alla pubblica sicurezza ed altri servizi essenziali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica quale
obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle
forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità
prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave: una strategia
vaccinale basata su questi presupposti presenta un favorevole rapporto costo-beneficio
e costo-efficacia. In ambito europeo, pur con qualche variazione per ciò
che concerne l’individuazione dei gruppi a rischio, cui la vaccinazione
va offerta in via prioritaria, esiste una sostanziale concordanza sul fatto
che principali destinatari della offerta di vaccino antinfluenzale debbano
essere le persone di età pari o superiore a 65 anni, nonché
le persone di tutte le età con alcune patologie di base che aumentano
il rischio di complicazioni a seguito di influenza.
Nella stagione 2005-06, così come per l’ultimo biennio, la vaccinazione
antinfluenzale assume ulteriore rilievo a causa della recente epidemia di
influenza aviaria nell’area estremo orientale: dal dicembre 2003 a maggio
2005, il virus dell’influenza aviaria A/H5N1 ha ucciso più di
100 milioni di polli, ha infettato 108 adulti e bambini in Viet Nam, Tailandia
e Cambogia, provocando 54 decessi (al 30 giugno 2005). La vaccinazione antinfluenzale
con i vaccini attualmente disponibili, non solo nei soggetti appartenenti
alle categorie a rischio ma anche nella popolazione generale, è in
grado di ridurre la possibilità di co-circolazione, nello stesso individuo.
Obiettivi del programma di vaccinazione sono anche il mantenimento ed il miglioramento
della capacità di fornire servizi ed assistenza sanitaria di qualità,
proteggendo gli operatori sanitari e gli addetti alla pubblica sicurezza ed
altri servizi pubblici essenziali.
Pertanto, in accordo con gli obiettivi specifici indicati dalla pianificazione
sanitaria nazionale e con il perseguimento di obiettivi di riduzione della
morbosità per influenza e delle sue complicanze, le categorie di soggetti
cui i servizi territoriali di prevenzione dovranno offrire la vaccinazione
antinfluenzale sono le seguenti:
1. soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
2. bambini di età superiore ai 6 mesi e adulti affetti da:
a. malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma
persistente, la displasia broncopolmonare e la fibrosi cistica)
b. malattie croniche dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le
cardiopatie congenite e acquisite
c. diabete mellito e altre malattie metaboliche
d. malattie renali con insufficienza renale
e. malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
f. malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi,
immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
g. sindromi da malassorbimento intestinale
h. patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
3. bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con
acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione
influenzale
4. bambini pretermine (nati prima della 37^ settimana di gestazione) e di
basso peso alla nascita (inferiore ai 2500 g), dopo il compimento del 6°
mese
5. donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la
stagione epidemica (diversi studi hanno messo in evidenza il maggior rischio
di serie complicazioni in seguito all'influenza, anche in assenza di condizioni
mediche predisponenti, per le donne nel terzo trimestre di gravidanza o nelle
prime fasi del puerperio; i vaccini antinfluenzali sono a base di virus uccisi
o di subunità e non comportano quindi, in nessuna fase della gravidanza,
i rischi connessi all’impiego di vaccini a base di virus viventi attenuati)
6. individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
7. medici e personale sanitario di assistenza
8. contatti familiari di soggetti ad alto rischio (tale categoria di soggetti
diventa un’importante elemento per l’interruzione della catena
di trasmissione, soprattutto quando i soggetti ad alto rischio non possano
essere vaccinati a causa dell’esistenza di vere controindicazioni alla
vaccinazione)
9. soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo:
a. personale degli asili nido, insegnanti scuole dell’infanzia e dell’obbligo
b. addetti poste e telecomunicazioni
c. dipendenti pubblica amministrazione e difesa
d. forze di polizia incluso polizia municipale
e. volontari servizi sanitari di emergenza
f. personale di assistenza case di riposo
o personale che, per motivi occupazionali, è a contatto
con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali
non umani:
a. detentori di allevamenti
b. addetti all’attività di allevamento
c. addetti al trasporto di animali vivi
d. macellatori e vaccinatori
e. veterinari pubblici e libero-professionisti
Per approfondire consulta la circolare ( PDF, 3 Mb).
Circolare_Influenza_C_17_normativa_566_allegato.pdf
In…form @ zione, 2005-09-23