PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS,
MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA:
LA TUTELA DELL’INAIL
Il mondo del lavoro mostra una sempre maggiore vivacità ed una necessità
quasi febbrile
di adattarsi ai mutamenti delle logiche politiche e di mercato
che si manifestano con frequenza quasi quotidiana.
Flessibilità, riorganizzazione e downsizing, prolungamento dell’orario
di lavoro reale,
sono solo alcuni dei fattori che stanno influenzando profondamente il mondo
del lavoro,
soprattutto nei contenuti e nelle modalità di relazione tra i suoi
attori.
Inevitabilmente, i rischi stessi seguono o addirittura precorrono queste trasformazioni,
sfuggendo
talvolta all’analisi degli strumenti tradizionali impiegati per il loro
monitoraggio e controllo.
Lo spostamento sempre maggiore, soprattutto nei paesi avanzati, della produzione
dai
beni di consumo a quella dei servizi, probabilmente si riflette in una modificazione
sostanziale dei rischi aziendali. Emergono (e non solo per differenza) i rischi
trasversali
ed i loro effetti sulla psiche, rispetto ai tradizionali rischi chimici, fisici
e biologici.
Nuove forme contrattuali di lavoro, introducendo maggiore esigenza di flessibilità,
potrebbero
indurre situazioni di maggiore ansia legata all’organizzazione ed ai
rapporti di lavoro.
Stress, mobbing, costrittività organizzative, sono termini relativamente
recenti per rappresentare
situazioni, peraltro non recenti, in grado di generare malessere negli individui
(nel nostro caso lavoratori), interferendo negativamente con le loro possibilità
di
creare relazioni interpersonali proficue e gratificanti. Non mi sembra superfluo
sottolineare
l’enorme importanza che assumono le dinamiche relazionali nel contesto
lavorativo,
tra chi eroga la prestazione e chi la gestisce.
Perché è soprattutto dalla distorsione della relazione tra le
figure coinvolte con ruoli
diversi nei processi lavorativi che possono scaturire situazioni di disagio
psichico.
In realtà queste dinamiche capaci di generare disagio psichico, almeno
come concetto,
sono nate e si sono sviluppate insieme alla naturale capacità dell’individuo
di relazionarsi
agli altri. Esse però, in un’ottica di tutela della salute del
lavoratore intesa come
benessere e non come assenza di patologia, assumono la dignità di veri
e propri fattori di rischio.
Le figure coinvolte nel campo della prevenzione, la cui partecipazione a questi
meccanismi
appartiene alla natura delle cose, pur con i mille vincoli e difficoltà
imposte dalla
complessità della materia, approntano nuove strategie per una presenza
sempre più
puntuale accanto alle imprese ed ai lavoratori.
La Circolare n° 71 del 17/12/2003 dell’INAIL (v. Allegato) concernente
le modalità
di trattazione delle pratiche di riconoscimento di Malattia Professionale
in caso di
disturbi psichici da costrittività organizzativa sul lavoro, rappresenta
una svolta importante
nel percorso dell’inquadramento come malattia professionale dei disturbi
psichici
compresi quelli generati dal c.d. “Mobbing strategico”.
Benché esso sia un documento ad uso esclusivamente interno, rivolto
soprattutto al
personale sanitario dell’INAIL, assume particolare rilevanza anche all’esterno
per diversi motivi.
Sottolineando la possibilità di quantizzare economicamente il danno
psichico da mobbing
e costrittività organizzativa, l’Istituto va a modificare la
diffusa abitudine di considerare
“lo stress” una condizione “normale”, trasversale
alla vita quotidiana ed
all’attività lavorativa e per questo tutto sommato accettabile.
Inoltre, benché la circolare sia un documento rilevante soprattutto
ai fini assicurativi,
fornisce delle informazioni attendibili riguardo alle caratteristiche del
rischio utili anche
nel campo della prevenzione.
Gli Autori
Consultare l’allegato.
In…form @ zione, 2005-05-30