In…Form…Azione
OGM in…Sicurezza:
opuscolo dell’ARPA Veneto
-Che cos’è un organismo geneticamente modificato
(ogm)?
Un organismo vivente si definisce geneticamente modificato (OGM) quando una
parte
del materiale genetico di cui è composto viene modificata stabilmente
mediante
l’inserimento di porzioni di DNA provenienti da altri organismi. Tali
modificazioni
avvengono in modo diverso da quanto si verifica in natura mediante incrocio
e/o
mediante ricombinazione genetica naturale.
-Come si ottiene un ogm?
Per modificare il patrimonio genetico di un
individuo è necessario inizialmente
identificare il gene (porzione di DNA) che
codifica la caratteristica che interessa.
Intervenendo con un processo di “taglia e
cuci”, che sfrutta l’attività di particolari
enzimi, il gene viene isolato dall’organismo
donatore ed inserito in un “vettore”. Tale
vettore sarà poi in grado di trasferire il gene
“estraneo” alle cellule dell’organismo da modificare.
Per seguire le diverse fasi della
trasformazione, è necessario posizionare
vicino al gene da trasferire un gene detto
“marcatore” che codifica per un carattere
facilmente distinguibile e che permette di identificare e selezionare solo le
cellule
trasformate. Negli OGM di prima generazione è stata impiegata la resistenza
ad
antibiotici, ora si utilizzano geni che conferiscono vantaggi metabolici, come
per
esempio la capacità di demolire alcuni zuccheri.
-Le biotecnologie: tra passato....
Il termine biotecnologia significa letteralmente
“tecnica biologica” e, nel suo significato più
ampio, viene impiegato per descrivere ogni
tecnologia che utilizza organismi viventi
(batteri, lieviti, cellule vegetali, cellule animali)
per produrre beni e servizi utili all’umanità.
Questa parola nuova definisce però una
disciplina antica che risale ai tempi preistorici.
Per migliaia di anni alcuni microrganismi sono
stati utilizzati per attivare i processi di
fermentazione per la preparazione di cibi e
bevande (produzione di pane, di bevande
alcoliche, di yogurt, di formaggi); con il
passaggio dalla vita nomade, basata su caccia
e pesca, all’agricoltura e all’allevamento,
l’uomo ha iniziato a controllare e modificare
direttamente l’ambiente “addomesticando”
piante e animali selvatici.
Osservando il fenotipo (cioè le caratteristiche
fisiche esterne di un individuo) ed utilizzando
metodi empirici, è stato possibile, nei limiti
posti dalle leggi naturali, sfruttare la variabilità
genetica esistente per selezionare gli individui
più interessanti e per operare incroci
finalizzati al miglioramento delle
caratteristiche qualitative e produttive di
organismi vegetali ed animali.
L’uomo, pur non conoscendo i meccanismi
biologici responsabili dei processi osservati, ha
utilizzato con successo per secoli queste
tecniche, definite oggi “biotecnologie tradizionali”.
Consultare l’opuscolo allegato
In…Form@zione, 2005-02-14