In…Form…Azione

Mari d’Europa:
l’Oceano Artico.
Le pubblicazioni della Agenzia Europea per l'Ambiente tradotte in italiano dall'ARPA della Lombardia
LA BIODIVERSITA' IN EUROPA - REGIONI BIOGEOGRAFICHE E MARI
European Environment Agebcy
Information for improving Europe’s environment

Edizione italiana a cura di Arpa Lombardia:
Daniele La Rosa, Angela Sulis (traduzione testi)
Roberto Capra (Grafocart-elaborazione immagini)
Pier Luigi Paolillo (coordinamento)

L'Oceano Artico copre un'area estesa, che presenta condizioni climatiche molto aspre.
-Le variazioni stagionali e geografiche di luce, temperatura e copertura glaciale sono
molto forti.
-La parte europea dell'Oceano Artico europeo è pari soltanto all'8 % del totale, ma per
profondità rappresenta il 25 % del volume.
-Il sistema delle correnti oceaniche induce un gradiente di temperatura in direzione estovest,
che genera condizioni più miti nella parte orientale dell'Oceano Artico Europeo,
influenzata dalla calda Corrente del Golfo. Questo permette al Mar di Norvegia ed a
gran parte del Mare di Barents di essere sgombro dal ghiaccio ed in condizioni
ambientali favorevoli per la crescita di una vasta gamma di specie tipiche del mare
aperto (pelagiche) e tipiche delle profondità marine (bentoniche); tale produzione
biologica fa da sostentamento ad enormi stock di pesci pelagici che vivono nelle aree
temperate.
-Le condizioni estreme dell'area permettono l'esistenza di ecosistemi marini unici al
mondo; alcune specie vivono ai limiti della propria tolleranza.
-Generalmente la qualità ambientale delle acque dell'Oceano Artico è alta, ma esistono
oggi alcune cause d preoccupazione e la conseguente necessità di una maggiore
conoscenza dei sistemi biologici di un'area così vulnerabile.
-Le minacce principali alla biodiversità artica sono:
--la pesca estensiva: è probabilmente la più grave minaccia attuale alla
diversità biologica. E' necessaria una migliore conoscenza degli effetti di
questa attività, in particolare degli effetti della cattura sugli habitat bentonici.
--il cambiamento climatico: gli effetti del fenomeno non sono ancora stati
identificati con precisione, ma il riscaldamento globale può sicuramente
influenzare il regime idrografico della regione. Il fatto che da poco tempo sia
possibile attraversare la costa siberiana con natanti è indice di come il
cambiamento climatico stia producendo effetti evidenti anche in questa
regione.
--l'accumulo di micro-contaminanti nel biota: il fenomeno desta notevoli
preoccupazioni, soprattutto perchè non si conoscono ancora i legami tra i livelli
di concentrazione dei contaminanti e gli effetti biologici che generano. Gli
scarichi industriali nell'area russa di Murmansk sono di notevole entità e sono
una parte consistente degli output industriali che l'artico riceve. E'
preoccupante inoltre il fenomeno in crescita del trasporto a lungo raggio di
contaminanti, che giungono nella regione da lontano. Anche in questo caso è
necessario avere a disposizione dati sugli andamenti delle concentrazioni dei
contaminanti e sulle loro variazioni temporali e spaziali.
--la navigazione: i progetti attuali e potenziali indicano l'attività come in
probabile crescita. Le condizioni climatiche estreme aumentano il rischio di
incidenti e rendono complesse le operazioni di messa in sicurezza e di pulizia
che ne seguono, con un conseguente aumento del rischio di danno
ambientale. Spesso sono individuati film di petrolio sulla superficie marina
nelle zone a forte intensità di pesca. Altri possibili impatti negativi della pesca
sono quelli biologici provocati dall'introduzione di specie non autoctone e degli
anti-incrostanti.
--l'esplorazione petrolifera: nel Mare di Barents non ci sono ancora attività
estrattive ma esiste un importante sviluppo petrolifero che potrà mettere in
futuro in serio pericolo la vita marina.

Le acque superficiali dell'Atlantico, calde e a forte concentrazione salina, entrano nell'Oceano
Artico Europeo e qui si raffreddano mescolandosi con le sue acque profonde. L'acqua calda
penetra verso sud a grandi profondità e contribuisce all'ossigenazione degli oceani più profondi
del mondo. Questa non è che una descrizione semplificata del fenomeno di formazione delle
acque profonde e intermedie dell'area di studio, uno dei più importanti aspetti della
circolazione globale oceanica. La variabilità della temperatura nelle fredde acque artiche è di
pochi gradi ma di grande importanza: l'Oceano Artico alterna stati caldi e freddi, il cui
spessore può essere variabile sul medio periodo, con fluttuazioni di periodo di 3-5 anni,
generate probabilmente più da eventi ciclici che da cambiamenti progressivi. I grandi fiumi
russi Pechora e Dvina del Nord impattano fortemente sul Mare di Barents con un apporto
medio annuale di acqua dolce di circa 246 km3 (sito web AMAP).
La Dorsale Groenlandia-Scozia forma una barriera tra le masse idriche profonde del nord e
quelle del sud (Mappa 1). Una altopiano sottomarino che si estende dall'Islanda verso nord
forma il piano del Mare d'Islanda. La dorsale medio-oceanica fa da confine tra i bacini profondi
della Groenlandia e i mari norvegesi. Questi profondo bacini hanno connessioni relativamente
aperte con l'Oceano Artico. I mari poco profondi di Barents e Bianco sono gli altipiani
sottomarini oceanici più incontaminati al mondo. Il Mare di Barents è connesso al Mare del
Nord attraverso lo spazio che divide la Norvegia e l'isola di Svalbard ed è aperto a nord verso
il più ampio Oceano Artico.

Consultare l’allegato

l'oceano artico.pdf

In…Form@zione, 2004-11-22