In…Form…Azione

Lavorazione dei Lapidei in…Sicurezza.

Il rischio connesso all’inalazione di polveri
minerali caratterizza da sempre il comparto
della lavorazione dei materiali lapidei.
Nei laboratori vengono lavorate rocce di
diversa natura petrografica di provenienza
sia nazionale che internazionale. Alcune
di queste rocce contengono elevate quantità
di silice cristallina (quarzo), che possono
raggiungere e superare il 40% in
peso in alcuni litotipi. Il quarzo è un minerale
estremamente comune in natura.
Infatti costituisce, a seconda della stima, il
15 - 20% della crosta terrestre. L’elevata
diffusione naturale del quarzo e l’ampio
uso dei materiali che lo contengono determinano
la potenziale esposizione lavorativa
a quarzo respirabile in molte attività
industriali e artigianali.
Elevate concentrazioni di polvere respirabile
si riscontrano soprattutto nelle lavorazioni
di finitura che vengono eseguite a
secco (scalpellatura, bocciardatura,
smussatura) e anche durante l’esecuzione
di attività di manutenzione (quali la
pulizia dei telai). Le attività di segagione,
fresatura, levigatura, lucidatura e tornitura
anche se avvengono generalmente con
largo impiego di acqua, sviluppano mediamente
concentrazioni di polvere respirabile
inferiori ma ugualmente dannose per la
salute dei lavoratori addetti. Infatti queste
polveri possono contenere particelle di
silice cristallina e l’esposizione ad essa
può provocare effetti sanitari negativi a
carico dell’apparato respiratorio, ma
anche di altri organi. Tra gli effetti respiratori
la silicosi è la patologia lavorativa più
conosciuta. È causata per l’inalazione e
deposizione delle particelle respirabili di
silice cristallina (i.e., le particelle <10 µm
di diametro). Sullo sviluppo della silicosi
incide la “dose” di silice libera cristallina
respirabile contenuta nella polvere presente
sul posto di lavoro.
Altri fattori altrettanto importanti sono:
1. le dimensioni delle particelle e la loroforma,
2. la durata dell’esposizione alla polvere.
Il periodo di tempo che passa dall’esposizione
alla prima diagnosi varia da diversi
mesi a più di 30 anni.
In Italia l’incidenza di silicosi è ancora considerevole.
Nel periodo 1999-2002 sono
state denunciati all’INAIL 2300 casi di silicosi
(Rapporto Annuale INAIL, 2002).
Attualmente l’INAIL gestisce 80.000 rendite
sia dirette che versate ai superstiti. Altre
gravi patologie sono state associate all’esposizione
alla silice cristallina, come artrite
reumatoide, scleroderma, lupus e
malattie renali. La silice cristallina è stata
classificata come cancerogeno per l’uomo
dalla International Agency for Research on
Cancer (IARC, vol. 68 - 1997) essenzialmente
in base ai risultati degli studi epidemiologici.
I risultati di studi molto recenti
sembrano supportare e confermare una
relazione causale tra tumore polmonare
ed esposizione a silice cristallina. Occorre
sottolineare che non esistono attualmente
trattamenti curativi efficaci della silicosi, e
tanto meno del tumore polmonare, e gli
interventi prioritari raccomandati sono
basati sulla prevenzione attraverso la riduzione,
la protezione o l’eliminazione dell’esposizione
a silice cristallina.

Consultare la scheda allegata

posterlapidei.pdf

In…Form@zione, 2004-11-16