Biografia:

Keith Haring nasce a Reading in Pennsylvania il 4 maggio 1958. Grazie alla passione del padre ingegnere, già durante l’infanzia Keith inizia la sua formazione estetica ed artistica. Al termine del liceo si iscrive all’Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. In questi anni, tra il 1977 e il 1978, ha modo di approfondire i propri interessi, vede al Museo Carneige una retrospettiva di Alechinsky, con il quale scopre di avere particolari affinità. Alla fine del 1978 si trasferisce a New York. Incontra Kenny Scharf, John Sex e Jean-Michel Basquiat e scopre il lavoro di William Burroughs. Nel 1980 comincia a realizzare i disegni nella metropolitana noti come “subway drawnings”. Nel 1981 dipinge su diversi materiali come plastica, metallo, cuoio. Segue con entusiasmo il fenomeno del graffitiamo e realizza il suo primo dipinto murale nel cortile della scuola del quartiere Lower East Side. A partire dal 1982, in seguito all’importante personale realizzata col graffitista LA II (Angel Ortiz) presso la Galleria Tony Shafrazi, acquista un notorietà che procederà in continua ascesa. Nel 1983 in soli due giorni e due notti decora il negozio di Fiorucci a Milano, rivestendo coi suoi graffiti ben 1500 mq. Nello stesso anno, in Francia, tiene una personale al Museo d’Arte Contemporanea di Bordeaux. Nel 1985 si impegna in una serie di progetti sociali a favore di bambini e a sostegno dell’abolizione dell’Apartheid in Sud Africa. A New York realizza un’installazione permanente di sette metri per dieci nel locale alla moda The Palladium e dipinge sul corpo di Grace Jones per una performance al Paradise Garage. Nel 1986, su suggerimento di Andy Warhol, apre il Pop Shop a New York, un negozio in cui vende riproduzioni delle sue opere. Ad Amsterdam presenta una personale allo Stedelijk Museum. Nel 1987 soggiorna in Belgio, a Knokke, ospite nella casa a forma di drago progettata dall’artista Niki de Saint-Phalle. Nel 1988 apre il Pop Shop a Tokyo e realizza la serie “Apocalypse” con William Burroughs. In un’intervista al mensile Rolling Stone del 1989 rivela di essere malato di AIDS e nello stesso anno, a Pisa, realizza su commissione della città, l’ultima e per lui più significativa opera pubblica: un grande murale colorato sulla parete della Chiesa di S.Antonio. Muore a New York il 16 febbraio 1990.