L’albero di Natale.

Il nostro caro Papa Giovanni Paolo II lo definì l’albero della vita mentre ammirava il maestoso abete che avevano donato alla Città del Vaticano e che imperava in Piazza San Pietro.
L’abete, l’albero sempreverde che rappresenta il nostro bene supremo, ma anche il legno della croce di Cristo che fiorisce e fruttifica come si vede in molte catacombe e battisteri paleocristiani, è uno dei simboli del nostro Natale. E grazie al Santo Padre che, liberandolo da retaggi pagani, ci ha sollevato dal sottile senso di colpa che ogni anno ci assale al pensiero di celebrare un culto che non ci appartiene poi così tanto, lo adorniamo con più serenità e pace.
Rendere onore agli abeti e dare feste nel periodo intorno al 25 dicembre ha origini molto antiche che risalgono in verità alla Roma pagana ed a popoli quali i Teutoni e i Celti. Questi ultimi erano soliti, durante il periodo del “solstizio d’inverno” (21 dicembre), ornare gli abeti perché avendo notato che rimanevano sempre verdi anche durante l’inverno, li consideravano un simbolo di lunga vita.
La nascita dell’abete come simbolo natalizio è narrata da diverse storie. Una di queste racconta il miracolo compiuto da San Bonifacio, nella Germania del VII sec. d. C.. Missionario nei dintorni di Geismar, notò alcuni pagani che adoravano una quercia per preparare il sacrificio del piccolo principe Asulf al dio Thor. Il Santo li fermò ed abbatté la quercia che appena cadde generò un abete. Allora egli spiegò al popolo che l’abete, sempreverde, era l’albero della vita ed era un segno divino. Così per il Cristianesimo l’abete venne identificato in Cristo e nella sua luce (l’illuminazione dell’albero è l’illuminazione di Cristo sull’umanità), mentre i frutti, i doni e le decorazioni simboleggiano la sua generosità verso di noi. La stella che brilla annuncia la fine del viaggio, il porto della pace.
Originariamente l’abete veniva addobbato con ostie e frutti, soprattutto mele, spolverati di farina. Poi comparvero, rose di carta, ghirlande di fiori secchi. Alle ghirlande si unirono nastri e frutti colorati, poi le candeline, fino a quando, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri cominciarono a preparare leggeri e variopinti oggetti di vetro soffiato che diventarono di moda e costituirono l'ornamento tradizionale dell'albero natalizio. Nel 1848 apparve il primo ornamento in vetro, in Germania: si trattava di un "kugel", una larga palla cava all'interno, con dimensioni che variavano dai tre ai venti centimetri; le più piccole venivano utilizzate per decorare l'albero diventando anche qui l'elemento base degli addobbi natalizi.
Sono state le popolazioni del nord Europa ad adottare per prime l’albero di natale (alcuni ne attribuiscono l’origine a Martin Lutero).
Verso la metà del XIX sec., con l'arrivo alla corte inglese del Principe Alberto di Sassonia, marito di origine tedesca della Regina Vittoria, l'usanza di addobbare un abete a Natale si diffuse rapidamente in Inghilterra e poi in tutto il mondo.
Alla fine del 1800 questa moda dilagava in tutte le corti europee tra le famiglie della nobiltà. Anche la Regina Margherita (1851-1926), moglie del Re d’Italia Umberto I°, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale dove la famiglia reale abitava.
La novità piacque moltissimo e l'albero di Natale divenne di casa tra le famiglie aristocratiche italiane. Ma nelle case della maggior parte degli italiani si estese appena dopo la seconda guerra mondiale per merito, sembrerebbe, dei soldati americani che nell’immediato secondo dopoguerra trasmisero la tradizione al nostro paese.



Nicoletta Amadio


Cultura e Spettacolo, 2005-12-15