Incontro con Gianluca Grignani.
A pranzo col “re del niente”

Incontriamo Gianluca Grignani prima di pranzo; fra compresse effervescenti e aerosol toccasana per la gola ci confessa di essere un po’ giù di voce, ma ben intenzionato a rimettere le corde vocali a posto in vista dell’anteprima del suo “Il re del niente-tour” in data 25 aprile presso il Palas di Porto San Giorgio. “Finora sono stato uno che ha sempre tenuto ai testi, ai contenuti, ai suoni e perché no, all’attitudine rock della musica, ma ora devo imparare a curare anche la voce, e per questo seguo i consigli che mi ha dato il mio amico Francesco Renga, sempre molto attento alla salute della gola”.
Gianluca diamo un po’ di numeri: sono 10 gli anni di carriera che hai alle spalle, 8 i dischi che hai pubblicato e 3 i fortunati singoli estratti dal nuovo album “Il re del niente”. Che posto occupa quest’ultimo lavoro nella tua produzione?
Bhe è l’ottavo tassello. Punto. Nel senso che diversi artisti parlano di percorsi musicali e di evoluzioni ben delineate. Per me non è così, io scrivo per passione e lo faccio istintivamente; non parto mai da un’idea definita, anche se poi alla fine dopo mesi di lavoro il disco prende forma ed assume una certa omogeneità.
Un disco, “Il re del niente” che ti ha è valso due grandi premi: il premio Mia Martini 2005 per “la continua maturazione di un’esperienza compositiva fra testo, musica e interpretazione” e il premio Lunerzia per “il valore musical-letterario del cd”. Che effetto fa essere ricompensati con tali motivazioni di merito rispetto ad una società che oggi premia ed elegge gli idoli tramite sms o televoto?
E’ un bell’effetto. Sia chiaro, il riconoscimento che proviene dal pubblico è fondamentale, soprattutto se in tanti corrono a comprare il tuo disco. Certo è che quando ti premiano riconoscendo un valore culturale al tuo lavoro ti senti molto soddisfatto; io al Lunerzia in quell’ambiente così raffinato mi sentivo quasi un estraneo, mi sono detto: ma davvero vogliono premiare me? Un po’ la stessa cosa che era successa quando sono stato premiato a Saint Vincent per la colonna sonora del film “Che ne sarà di noi”.
A proposito di cinema, ti piacerebbe entrare in questo mondo non più come autore di soundtrack ma dalla porta principale, magari come regista come è accaduto a Battiato o Ligabue?
Come no. Adoro il cinema e mi piacerebbe poter provare a fare l’attore. In realtà ci avevo già provato con un film tratto da un racconto di Niccolò Ammaniti, “Branchie”, un film visionario e difficile boicottato dalla produzione: a quel tempo c’erano i primi screzi fra Cecchi Gori e l’ex moglie…
Torniamo alla musica: hai detto di voler registrare un duetto con Elisa. A che punto è questo progetto e con quale altro artista sogni di dividere un pezzo o una performance?
Con Elisa c’è un progetto in ballo, ma rimandiamo sempre, anche perché lei è impegnatissima. In Italia mi piacerebbe duettare con Bersani, col grande Vecchioni o perché no, visto che ne abbiamo parlato spesso, con Vasco. Dal punto di vista internazionale, un mio grande sogno resta sempre Tom Yorke dei Radiohead.
Gianluca, sul Resto del Carlino è uscita l’indiscrezione riguardo ad un tuo incontro con Giammarco Mazzi e Giorgio Panariello,vale a dire con la commissione artistica di un “qualsiasi” evento che si tiene verso marzo in una “qualsiasi” cittadina ligure….confermi o smentisci questo avvistamento?
Forse parli di un Festival chiamato Sanremo? Ci sono stati dei contatti ma non c’è nulla di decisivo. Non so nemmeno come funziona il regolamento…
Dunque quest’anno hanno eliminato la categoria classic, rimangono categoria uomini, donne e gruppi, se non ti va bene con gli uomini puoi riciclarti con il girone gruppi…
Una bella idea, magari per l’occasione fondo la Gianluca Grignani Band…

Domenico Marocchi

Cultura e Spettacoli, 28 Novembre 2005